Giorgio Canali - PERLE PER PORCI - la recensione

Recensione del 17 mar 2016 a cura di Marco Di Milia

Voto 7/10
Giorgio Canali è uno che non le manda a dire, anche quando si tratta di cover. Fedele a se stesso e ai suoi Rossofuoco, il battagliero Canali nel suo nuovo “Perle per porci” ha messo in fila tredici brani anomali, (ri)pescati dai repertori più disparati, un microcosmo musicale che non sempre ha avuto la fama che avrebbe meritato ma costituito da quelle che, secondo il suo interprete, sono comunque delle vere e proprie perle - regalate ai porci, ça va sans dire.


Dentro “Perle per porci” c’è quello che ti aspetti da un tipo spigoloso e ben piantato nel terreno underground come Giorgio Canali. Brani diretti e crudi che arrivano da direzioni diverse, carichi di quella sana tensione elettrica a cui il nostro ci ha abituati. Si passa dagli artisti di nicchia - se non di ultra-nicchia - come L’Upo, Mary In June, Luc Orient e Macromeo a nomi di culto della new wave italiana come i Frigidaire Tango, senza perdere la bussola. Tutto funziona decisamente come Giorgio Canali & Rossofuoco, tanto che le singole canzoni sembrano essere uscite dalla stessa penna anche quando si affrontano quelle tracce che proprio sconosciute non sono, ma che suonano a pennello nell’amplificatore di Canali come “F-104” di Eugenio Finardi e la splendida resa di “Storie di ieri” del De Gregori più radicale.

Tra gli altri nomi noti in scaletta c’è spazio anche per Vasco Brondi - di cui il nostro è stato mentore - con la sua “Lacrimogeni”, e “Mi vuoi bene o no?” di Angela Baraldi, con cui già partner musicale di Canali nel tour tributo dell’opera di Ian Curtis e i suoi Joy Division, oltre che sodale nella recente formazione dei Post-CSI. Un artista ricco di sfaccettature tutte riconducibili al suo essere dissacrante e pungente, temprato dai mille palchi calcati nella lunga carriera artistica, da fonico dei primi Litfiba alle chitarre disturbate dei CSI, aspetti che vengono ben rappresentati dall’ecletticità di questo “Perle Per Porci”, avendo nella sua eterogeneità la propria cifra stilistica. Musicalmente è abrasivo e inquieto come da tradizione Giorgio Canali & Rossofuoco, nonostante lo spirito più battagliero sia qui meno nerboruto di altre occasioni.


“Perle per porci” non è un disco di inediti, ma per la sua natura di album di "cover-non cover" finisce comunque per somigliarci molto, ideale anticamera di attesa di quello che deve ancora arrivare. Funziona meglio là dove i testi lasciano scoperta quella vena cinica tanto cara al classico Canali, riflessivo e caustico, che sa sempre dove mettere i giusti puntini nelle sue liriche. Tra le perle, “Tutto è così semplice” è il brano più apparentemente pop (e giù bestemmie) del lotto, già scelto come singolo d’apertura, mentre tra gli assi da scoprire c’è senza dubbio la straniante “Gambe di Abebe" (il singolo di debutto dei triestini Luc Orient, 1983), un pezzo scioglilingua capace di piantarsi nella testa al primo ascolto, uno degli episodi più intensi insieme alla già citata “Storie di ieri”.

Nonostante la diversa estrazione dei brani il filo conduttore di “Perle Per Porci” è da ricercare proprio nella capacità con cui Giorgio Canali e i suoi riescono a “rossofuochizzare” canzoni di altri, appropriandosene in modo del tutto naturale, e riproposte, come dichiarato, “per invidia e per passione”. Sempre fedele alla sua linea, senza necessariamente gridare alla rivoluzione.

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