Ellie Goulding - DELIRIUM - la recensione

Recensione del 19 nov 2015 a cura di Valeria Mazzucca

Voto 6/10
Sperimentare per creare qualcosa di mainstream. Suona paradossale, ma non quando a volerci provare è Ellie Goulding, ovvero una che ci ha messo cinque anni per farsi notare, farsi apprezzare e alla fine farsi praticamente adorare nell'ingarbugliata selva della dance alternativa al femminile che negli ultimi anni, come una pianta rampicante, ha raggiunto e avvolto un territorio molto esteso.


La cantautrice, in tutto il suo splendore vocale e secondo molti anche estetico ha sfornato hit a raffica, portando l'elettronica anche alle orecchie più reazionarie. Fino ad oggi, con "Lights" prima e "Halcyon" dopo, è sempre scesa in campo giocando le carte migliori e scegliendo sapientemente i propri alleati: due nomi su tutti, Calvin Harris e Taylor Swift, artisti che smuovono interi paesi con un solo annuncio; lei ha deciso di tenerseli vicini e di entrare nelle loro grazie.
Anche realizzare un singolo per la colonna sonora di uno dei - piaccia o non piaccia - "film evento" dell'anno non è stata una mossa ingenua. Stiamo parlando di "Love me like you do" e di "Cinquanta sfumature di Grigio".
Ma quando si parla di arte e musica, la mera strategia non può bastare ed è qui che arriva il "fattore Ellie" ovvero quella la sua capacità di mettere d'accordo tutti, chi ha voglia di ballare, chi di sfogarsi e chi di sognare.

"Delirium" è il terzo disco della trentenne di Hereford che, per sua stessa ammissione, ha deciso di virare verso il pop. E l'impegno è decisamente encomiabile. Innanzi tutto, perché non è più così comune pubblicare un album di 22 tracce (o anche "solo" delle 16 della versione standard) e, soprattutto, quasi tutte valide e ben riuscite. Certo, è proprio in virtù della sua lunghezza che il lavoro risulta ricco e vario, ma sotto tutti i brani scorre un'unica falda idrica che rende la tracklist omogenea, altamente riconoscibile ma mai ristagnante.
La Goulding è riuscita a spalmare il suo stile su più di venti brani, ognuno dei quali ha il pregio e difetto di poter essere facilmente il seguito del precedente o l'intro del successivo. Anche per questo è difficile soffermarsi sull'analisi di un singolo pezzo.
Variazioni sul tema esplorate in sottofondo, ecco da cosa è composto "Delirium". Per inciso, il ritmo non cala mai ed Ellie riconferma che il suo timbro dolce e acuto può adattarsi perfettamente ad ogni stile.
Al motto di "ad ognuno il suo pezzo", chi scrive sceglie "Lost and found", "Devotion" e l'esotica "I do what I love". Ma davvero ce n'è per tutti i gusti.

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