Il groove electro- funky di "Tempi acidi" ci riconferma che il cantautore non ha perso il suo cinismo, né l' ironia e la teatralità: frasi come "una donna costretta a picchiare il forno a microonde", "non è stalking amore se ti amo" o "vendere membri della famiglia su eBay" non si sentono tutti i giorni. Ma sono "tempi strani" questi, e potrebbe anche capitare in effetti. Terzo step, ecco la title track "Arrivano i nostri": un bel pop-rock che si sviluppa a mo' di "mini valanga", intorno a un ripetitivo giro di chitarra che insieme alla voce dell'artista si fa progressivamente sempre più vigoroso.
Nonostante la formula ridotta propria dell'EP, Bugo trova spazio anche per parlare di sentimenti, trasporto e passione da ben due punti di vista differenti. Se "Nei tuoi sogni" - semplicissima ed efficacemente malinconica - ne rappresenta l'aspetto romanticismo trasognato, in "Sei la donna" spicca una vena più ruvida e passionale, sia nelle liriche che nella struttura della canzone.
Il "concentrato" di Bugo si conclude con il brano live "Cosa ne pensi Sergio", un riassunto rockeggiante di ciò che sorregge l'intero "Arrivano i nostri": puoi viaggiare, allontanarti quanto e quando vuoi, ma una volta di ritorno spesso capita di trovar tutto immutato.
Bugo è tornato; ma quasi sembra non sia mai andato via: nonostante gli anni trascorsi a New Delhi, i contatti con nuovi mondi interiori ed esteriori, Cristian Bugatti continua a mantenersi coerentemente ancorato al suo essere un cantautore italiano al 100%. Ha modificato la più comune svolta mistica in una convincente ricerca di consapevolezza, profondità e leggerezza, sia per quanto riguarda la sua musica che testi e contenuti.
Come a suggerirci che non serve parlare di massimi sistemi della vita per comprendere l'unicità e la complessità delle nostre esistenze.
Insomma un nuovo modello italo-zen.