Years & Years - COMMUNION - la recensione

Recensione del 15 lug 2015

Voto 6/10

di Gianni Sibilla

Come si sopravvive all’
hype ? Il debutto degli Years & Years è uno dei più attesi di questo discograficamente tranquillo mese di luglio. “Communion” è anche forse l’uscita più importante del primo “"Global release day” ( dal 10 luglio, i nuovo dischi nuovi escono il venerdì in tutto il mondo ). Arriva dopo la celebreazione al ‘Sound of 2015’ della BBC (che negli anni scorsi aveva “laureato” Sam Smith, Adele e Mika), e dopo un singolo, “King”, da quasi 60 milioni di view su YouTube.

Ma gli inglesi, si sa, sono strani. E così le prime recensionidisco hanno criticato il terzetto, se non apertamente massacrato l’album (un sonoro 4 dall’NME). C’è chi si è attaccato al fatto che Olly Alexander (voce e piano) è un attore oltre che un cantante. Ma più in generale, la critica che viene fatta è: “dove sarebbe la novità?”.

Fatta la tara sulle ossessioni e sui meccanismi d’oltremanica (dove si crea l’hype solo per smontarlo poco dopo), “Communion” è un buon disco di pop contemporaneo, nulla più, nulla meno. A differenza di tanto pop elettronico di successo degli ultimi tempi (Disclosure e Clean Bandit, per citare due nomi), gli Years & Years sono un gruppo vero, non musicisti con vocalist a turno. E si sente: la voce di Alexander è espressiva, malinconica il giusto per contrastare i ritmi solari dell’elettronica. Il che conferisce alle canzoni del trio un doppio-fondo, le rende piacevoli ma non sdolcinate.


Certo, “King” è una canzone radiofonicamente perfetta, anche se indugia un po’ troppo in “ooooh” e in autotune (almeno per i miei gusti). Ma per fortuna è più l’eccezione che non la regola: le canzoni più interessanti sono quelle cpmme “Eyes shut”, meno aperte (ovvero meno piacione), un po’ più maliconiche e meno scontate.
Detto questo: gli Years & Years le canzoni le sanno scrivere e le sanno confezionare. Fanno qualcosa di nuovo? Non proprio. Lo fanno bene? Abbastanza. Avranno successo: sì. Perché alla fine, quello che conta è avere buone canzoni, alla faccia dell’hype.

Tracklist

01. Foundation
02. Real
03. Shine
04. Take Shelter
05. Worship
06. Eyes Shut
07. Ties
08. King
09. Desire
10. Untitled
11. Without
12. Border
13. Memo

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