Un mutamento particolare è quello relativo alla forma dei brani: il precedente album di Andrea Nardinocchi si componeva di spunti sonori e sperimentali semi-avanguardistici che il cantaproduttore non era riuscito ad applicare alla forma-canzone (salvo alcune eccezioni: la sanremese "Storia impossibile", "Un posto per me", e il pezzo più spudoratamente pop dell'album, "Persi insieme") e che, di conseguenza, avevano dato luogo a pezzi dalla forma irregolare e imprecisa (dico "pezzi" e non "canzoni" proprio per sottolineare questa differenza a livello di forma). Ora, invece, Andrea è riuscito ad applicare quegli spunti anche alle canzoni-canzoni: "Supereroe" si compone di dodici canzoni dalla forma "pop", con strofe e ritornelli classici. Prendete "L'unica semplice", ad esempio, oppure "Come M.J." e "Eh no", tra le prove più convincenti dell'album: la struttura è precisa, determinata, rigida. C'è una strofa iniziale, la quale viene seguita da un ritornello incisivo e dalla spiccata orecchiabilità, per poi ritornare ad una seconda strofa, virare allo special e tornare dunque al ritornello.
Ciò non vuol dire che la sperimentazione viene messa da parte, ma che in "Supereroe" questa viene applicata non più alla forma dei brani ma solamente al suono (non mancano, però, pezzi che si pongono in continuità con "Il momento perfetto", come "Spensierati entrambi", "Come sei" e "Goodbye paranoia", dalla forma indefinita e curiosamente collocati in chiusura dell'album). In altre parole, se la forma dei brani contenuti nel disco potrebbe portare ad etichettare "Supereroe" come un album "pop" e ad allontanarlo dalla sfera dello sperimentalismo elettronico, la ricerca sonora e il lavoro di produzione proposto da Nardinocchi spostano l'ago della bilancia. Ne deriva un disco che riesce a mantenersi in bilico e che non scade né nel "pop" di facile presa né nello sperimentalismo cervellotico e cerebrale: l'equilibrio già proposto con "Il momento perfetto" è, in sostanza, mantenuto.