Sconosciuti ai più fino allo scorso autunno, i Kolors sono saliti alla ribalta in seguito alla partecipazione del frontman, Stash Fiordispino, ad Amici; nel corso delle puntate del serale della quattordicesima edizione del talent show, la band ha avuto modo di proporre dal vivo davanti alle telecamere alcuni dei brani che compongono la tracklist di "Out", ottenendo discreti risultati anche in rete, ma anche cover di classici degli anni '80 quali "Shout" (Tears For Fears), "The power of love" (Frankie Goes To Hollywood) e "Notorious" (Duran Duran), e hit recenti come "Uptown funk" (Mark Ronson e Bruno Mars) e "Pompeii" (Bastille), assomigliando di volta in volta ad una cosa sempre diversa (a volte si sono presentati come una band elettropop, altre volte come un gruppo rock, altre volte ancora come una nuova band funk rock). Correndo il rischio, insomma, di apparire come un gruppo sì di talento ma con un'identità musicale non del tutto definita: "Ma scimmiottano i loro artisti di riferimento o sono davvero così?", ci si è chiesti, "E questo attaccamento agli anni '80, come lo si spiega? Nostalgia retrospettiva o tentativo, quasi filologico, di rileggere la musica di quel determinato periodo alla luce della modernità?".
"Out" sembra rispondere - almeno in parte - a questi interrogativi: il disco contiene dodici brani in cui l'attaccamento di Stash & Co. alla musica anni '80 si rivela essere particolarmente intenso; probabilmente, essendosi formati (musicalmente parlando) ascoltando gli alfieri del pop, del rock e della new wave di quegli anni, i Kolors hanno finito per inglobare quelle sonorità all'interno del loro sound, che è il suono di Michael Jackson, di Freddie Mercury e dei Duran Duran (solo per citarne alcuni) filtrato attraverso Bruno Mars da un lato e Adam Lambert dall'altro. Alla luce di queste considerazioni, però, il confine tra originalità e sterile tentativo di imitazione si rivela labile, e a tratti si rischia di sprofondare nel kitsch.
A livello di generi, le canzoni incluse all'interno del nuovo disco dei Kolors rivelano un gusto incentrato per lo più sulla musica funk, non senza elementi di disco music, con linee di basso ben definite e incalzanti, riff di chitarra accattivanti e sintetizzatori chiamati a ricoprire il ruolo di protagonisti negli arrangiamenti: da questi ingredienti sono composti, su tutti, "Everytime", "My queen" (con un'apertura che cita "Notorious" dei Duran Duran), "Love" e "Twisting". In "Why don't you love me" e "Realize", in duetto con Elisa (che li ha seguiti come direttore artistico nel corso del serale di Amici e che ha partecipato pure alla produzione dell'album, curandone la supervisione artistica), suggestioni blues e jazz si ritrovano a convivere con l'elettronica; "Me minus you", con un'atmosfera musicale che ricorda vagamente quella di "When I was your man", è una ballad sentimentale piano, voce e archi per ultimi romantici.
"Out" è un album ben prodotto, che si presenta coinvolgente nella prima metà ma non altrettanto nella seconda, dove una serie di brani piuttosto simili tra loro a livello di sonorità e di arrangiamenti si susseguono lenti; ecco, il rischio, per il futuro dei Kolors è proprio questo: finire con l'impantanarsi in un unico genere, senza riuscire poi a venirne fuori, proprio come nel finale del loro nuovo disco. Sarà interessante, per questo, scoprire se con i loro prossimi lavori Stash e soci riusciranno a rivelarsi versatili e duttili o se, invece, si ritroveranno a fare i conti con un pericoloso ristagno creativo.