L'aspetto più interessante di "Sono innocente" è rappresentato proprio dalle sonorità, spigolose e taglienti, nella maggior parte dei casi effettivamente orientate verso l'heavy, come Vasco aveva
Non solo un album dalle sonorità heavy, dicevamo: "Sono innocente" è infatti un disco ricco di contrasti e di chiaroscuri e di fronte a ballad struggenti troviamo brani dai ritmi più frenetici e indiavolati (a livello di contenuti e di testi il disco non si differenzia di molto dai precedenti lavori del Blasco: ci sono ritratti femminili precisi e ben delineati; ci sono diversi spunti di riflessione; e ci sono pure momenti di provocazione e di autoironia). L'ascolto si presenta come una sorta di "onda", un andirivieni che vede Vasco vestire, in alcuni casi, i panni di rocker spietato, duro e diretto (è questo il caso della stessa "Sono innocente ma..."; di "Duro incontro", brano scartato dalla tracklist del precedente "Vivere o niente" - e non a caso sembra prendere le mosse da "Manifesto futurista della nuova umanità", della quale rappresenta una sorta di naturale conseguenza a livello di sonorità: il brano verte tutto, o quasi tutto, sull'ideale botta e risposta tra la voce di Vasco e la chitarra elettrica; o de "L'uomo più semplice (Reloaded)", un inno rock potente in cui a farla da padrone sono le chitarre elettriche e la batteria); e che, in altri casi, lo vede lasciar trasparire la sua anima più melodica (è questo il caso di "Come vorrei", una canzone dalle atmosfere più semplici per cui Rossi offre un'interpretazione più "controllata"; e di "Quante volte", in cui Vasco sembra farsi il verso da solo e tracciare un bilancio della sua "vita spericolata": "Quante cose son cambiate nella vita, quante cose sono sempre così. Quante volte ho pensato è finita, poi mi risvegliavo il lunedì. Quante volte ho pensato nella vita voglio fare quello che mi va, poi le cose mi sfuggivan dalle dita e arrivava la realtà. Quante cose son passate ormai... Quante cose che non torneranno mai", canta infatti l'uomo Vasco). La sintesi è rappresentata da "Dannate nuvole", brano che alterna momenti in cui le atmosfere musicali si fanno più sospese ed altri in cui queste si fanno più dure e taglienti e il cui testo vede Vasco affrontare il nichilismo di stampo nietzscheano, in particolare quella che Friedrich Nietzsche aveva denominato la "volontà del nulla": "Quando mi viene in mente che non esiste niente, solo del fumo, niente di vero. Niente dura niente dura, e questo lo sai", si legge nel testo. Ma è un nichilismo che appare superato, vinto: "Però, tu non ti arrenderai", canta infatti, con determinazione, Vasco.
Non mancano poi spunti di elettronica, come nel caso di "Aspettami" (il cui arrangiamento ruota tutto intorno al suono delle tastiere e delle programmazioni) e di "Accidenti come sei bella" (in cui l'elettronica, comunque protagonista, convive con strumentazioni più classiche); non mancano un paio di divertissement, come "Il blues della chitarra sola" (in cui Vasco propone un'interpretazione scanzonata e irriverente, assecondato dalla sua band) e "Rock star" (registrazione da studio dell'intermezzo strumentale eseguito dalla band di Vasco in occasione dei sette concerti estivi del "Like Kom 014" - il pezzo potrebbe essere inteso come una sorta di omaggio allo strumentale "Ultimo domicilio conosciuto" contenuto all'interno dell'album "Bollicine", del 1983); e non manca neppure un brano dall'arrangiamento ispirato alla musica folk e popolare, "L'ape regina". In chiusura d'ascolto troviamo, infine, una gradita sorpresa: si tratta di "Marta piange ancora" (l'immancabile ritratto femminile à la Vasco Rossi), brano scritto nel 1997 durante le lavorazioni dell'album "Canzoni per me" (ma non incluso all'interno della tracklist del disco), finito in Rete in edizione pirata e pubblicato ufficialmente proprio in coda a questo "Sono innocente".