Scisma - ARMSTRONG - la recensione

Recensione del 16 set 1999

A volte ci si accorge di amare dei dischi – così come dei libri, dei film, degli spettacoli – dal gusto che si prova nel raccontarli agli altri. A volte – ma succede molto più di rado – ci si accorge di amare altri dischi, o libri di un amore perfino superiore: e succede quando si prova talmente gusto nell’averli ‘sentiti’ che non si riesce a raccontarli. Gli Scisma di “Armstrong” – come dice il verso di una canzone intitolata “L’innocenza” – sono un gruppo per cui vale la frase «io non so perché è tutto così vero/che descrivere è impossibile/bisogna immaginare». Registrato a casa loro, in una bella e accogliente dimora sul lago di Garda, il terzo album degli Scisma sancisce il loro passaggio all’età adulta, dopo l’esordio autoprodotto di “Bombardano Cortina” e il primo episodio di lavoro organizzato e ispirato con forza, “Rosemary plexiglass”. Poesia, arte, suggestioni ed emozioni che filtrano con forza attraverso mondi musicali a tratti nervosi ed elettrici (è il caso di “Tungsteno”, il primo singolo accompagnato da uno splendido video, e di “Jetsons high speed”) più spesso sinuosi e sognanti (“L’universo”, “L’innocenza”, “Simmetrie”) o ancora tenui e colorati come è nella più intima natura del gruppo (“I’m the ocean”, “L’amour”, “Good morning”, “Armstrong”). Gli arrangiamenti dei brani, nella loro curiosità musicale, non fanno che ribadire questo importante passaggio artistico, mettendo in mostra intro di archi che regalano a “Simmetrie” un’inaspettata apertura cinematografica e armonie orientali su “Jetsons High Speed”, venature jazz regalate dai fiati in brani come “Giuseppe Pierri” o “L’amour” e atmosfere ancora più sognanti in “I’m the ocean” – brano che il gruppo ha scritto in inglese con il cantante dei Venus Marc Huygens -, il fascino dei cantati a due voci (Paolo e Sara) in “L’universo”, “Tungsteno” e “Good morning”. Il felice momento di ispirazione è rispecchiato anche da testi intensi, da parole e frasi capaci di fare breccia dentro, come nel caso di quella citata e tratta da “L’innocenza”. Ci sono parole meravigliose in “Simmetrie” («chilometri nella tua scia/che muove morbida/guidandomi verso di te/simmetrie aiutami/proteggimi nell’impalpabile/guidandomi verso di te/perché non mi manchi/la tua verità..»), così come ne “L’universo” («L’universo/ è stralci di rivista in alba livida/nel vento freddo/e schiudersi in sogno/l’universo è come sentire che chiami..») o in “Good morning” («…voglio osservarti facendo rumore/bevendo materia sublime che scalda mi dà di più/poi soddisfare ogni tuo desiderio profondo e sincero/per giurare che è vero/che la luce è nascosta nell’ombra/e che l’ombra riflette davvero/e che il solo rimpianto è svegliarsi»). Ci sono soprattutto emozioni, in questo nuovo lavoro degli Scisma, preziose e difficili da raccontare. Bisogna ascoltarlo e “immaginare”.

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