Quando si ritorna da un viaggio, la prima cosa che si fa è cercare di mettere in ordine tutto: bagagli, oggetti, idee, ricordi. Poi, solitamente, s’inizia a pensare alla prossima meta. Da quando Vasco è tornato a casa sono passati altri due anni, e in due anni di cose ne succedono. Principalmente vivi, per farla breve, e vivere per un cantautore significa nuovi pensieri, nuove parole e magari, perché no, anche nuovi modi per comunicarle. Il nuovo lavoro de Le luci della centrale elettrica è tutto qui.
“Costellazioni” è un disco formato da quindi pezzi che, se da una parte riprendono il discorso interrotto con “Per ora noi la chiameremo felicità”, dall’altra ci consegnano un autore in piena fase di rinnovamento. Il songwriting di Vasco Brondi nel 2014 gode, infatti, di buonissima salute: le parole scorrono sicure, le belle idee non vengono mai meno; “Costellazioni” si “legge” che è un piacere. La novità non va quindi ricercata nei contenuti quanto più nella forma. Sui contenuti, per scelta, vorrei quindi non soffermarmi più di tanto. Anzi, tenderei a sorvolare quasi interamente perché, per come la vedo io, la bellezza di questi pezzi sta in buona parte nella pura scoperta, nel sentire per la prima volta qualcosa che poi ti rimane dentro, ma in un modo che è solo tuo. Sottolineare un verso o mettere in risalto una citazione o un riferimento in particolare, significherebbe automaticamente dimenticarne altre venti, e il disco non se lo merita. In “Costellazioni” rispetto al passato, i testi sono ancora più vari, asciutti, quasi pratici, ed estremamente funzionali l’uno all’altro, come stelle che, una volta unite, formano guarda caso una… costellazione. Ergo: se conoscete Vasco Brondi sapete come scrive Vasco Brondi, stop. Dal punto di vista del sound, invece, saltano fuori le sorprese: elettronica, impasti armonici e arrangiamenti corposi. Archi, fiati, sintetizzatori… Già. E qui il discorso si fa automaticamente più interessante. Alla nascita di “Costellazioni” ha contribuito in maniera determinate Federico Dragogna dei
"E' come se ci fosse un rave in una balera” dice Vasco di “Costellazioni”, di come suona; l’ho letto sempre nella nostra intervista. Ho sorriso e mi sono messo ad ascoltare (tantissime volte) il disco. E poi ho capito che era vero.