Il disco si intitola "Io" ed è azzeccato. Perché "Io" è un album decisamente personale: le dieci canzoni in esso contenute, infatti, sono state tutte composte (testi e musiche) da Francesco Sarcina (ad eccezione di "Tutta la notte", in cui - per quanto riguarda la musica - il cantautore è stato affiancato da Roberto Vernetti e Michele Clivati). Interessante, a tal proposito, è notare come i testi siano stati tutti scritti in prima persona (con la sola eccezione di "Giada e le mille esperienze", scritta in terza persona), cos' come è scoprire che alle registrazioni dell'album non ha preso parte alcun musicista se non il solo Francesco Sarcina (voce, basso, batteria, chitarre, sitar, theremin, tastiere, pianoforte e cori, si legge dal booklet). A produrre il tutto c'è Roberto Vernetti, già collaboratore (tra gli altri) di Dolcenera, Mauro Ermanno Giovanardi e Max Pezzali.
Oltre ad essere un album personale, "Io" è un disco attraverso il quale - dal punto di vista musicale - Sarcina mette alla prova la sua versatilità esplorando diverse sonorità pur non allontanandosi troppo dai moduli stilistico-compositivi che avevano caratterizzato i brani composti come frontman de Le Vibrazioni: all'interno dell'album è forte, infatti, la presenza di brani spiccatamente rock ("Violentasogni", "Accanto a te"), di power ballad ("Nel tuo sorriso" e "In questa città", due canzoni caratterizzate dall'uso degli archi e dagli assoli alla chitarra elettrica) e di brani pop-rock (come "Giada e le mille esperienze", il cui sound riporta alla mente alcuni successi dei Beatles - compare anche il sitar, strumento reso popolare nella musica occidentale da George Harrison, che lo impiegò per la prima volta nel brano "Norwegian wood"); non mancano tuttavia brani in cui il cantautore sperimenta nuove soluzioni musicali: "Tutta la notte", ad esempio, è un pezzo funky dal testo velatamente porno ("Con la sua lingua mi risveglia l'istinto/e in un attimo la trovo già giù/la guardo mentre allevia le mie pene/tra le mie gambe questo funky beat") che cattura sin dal primo ascolto, mentre "Pagine" (decima ed ultima traccia) è una canzone tendenzialmente indie rock in cui la voce di Sarcina è accompagnata per tutto il tempo da una chitarra acustica suonata in modo davvero delicato, quasi intimo. Tra gli altri, "Falso in falsetto" è un brano sostenuto da chitarre elettriche martellanti che rappresenta, per Sarcina, l'occasione giusta per dire la sua sulla musica ("Ormai è un bene di lusso"), sulla moda ("Se ne è parlato abbastanza di special guest e divine follie") e sulla politica ("Come i politici che fanno ridere"), mentre "Odio le stelle" è una toccante ballata dal respiro melodico e dal testo ispirato (dedicato al padre, scomparso lo scorso anno).
Quanto alla produzione, infine, "Io" è un album ben suonato, prodotto con grande cura (si sente l'esperienza di Vernetti) e ricco di sfumature (linee di basso, cori) che possono essere colte solo attraverso un ascolto attento, magari in cuffia. E' un album che scorre fluido, complici anche le melodie accattivanti, i ritornelli azzeccati e la voce grintosa e coinvolgente di Sarcina.