Il successo di "Racine carrée" è stato aiutato da un'abile campagna di marketing fatta di videoclip immediatamente virali e apparizioni televisive altrettanto originali e centrate. A dicembre, per esempio, Stromae si è presentato a un talk show francese di punta accompagnato dalla sua metà femminile (ovvero lui stesso in drag ) per cantare "Tous le mêmes" . Il brano esamina una rottura sentimentale dal punto di vista di entrambi i sessi: nelle strofe, Stromae è una lei che si lamenta dell'infedeltà del compagno e della superficialità maschile in generale; nel ritornello, torna uomo e riversa sulla partner frasi fatte animate dagli stessi pregiudizi. La messa in scena di questo copione in tv, con un'eleganza nel travestimento di cui pochi uomini sarebbero capaci, è esattamente il tipo di trovata pubblicitaria che ha reso la traiettoria di Stromae sempre più interessante da seguire – di certo più dei teaser centellinati da due robot col casco.
Ma sarebbe ingiusto limitare i suoi meriti al marketing, perché "Racine carrée" è un album carico di contenuti accessibili e intelligenti, e che straborda di idee sonore e narrative in ogni traccia. Come "Tous les mêmes", anche la ballata "Formidable" parla della fine di una relazione – dovuta forse all'infertilità dell'uomo che, ubriaco, racconta la sua storia ai passanti. Il tema della famiglia (idealizzata, impossibile) torna nell'autobiografica "Papaoutai", dove Stromae rimprovera e piange l'assenza del padre, morto nel genocidio ruandese del '94. L'album, pur non offrendo mai vie di uscita, è tuttavia punteggiato di ironia grazie a brillanti calembour ed eccentriche scelte musicali: in "Carmen", Stromae rivisita Bizet per parlare di social media, e l'oiseau rebelle dell'opera diventa l'uccellino di Twitter; in "Ave Cesaria", omaggia la Evora rubando, e aggiornando, la morna della cantante capoverdiana. Questi espedienti, non sempre riusciti ma mai fuori luogo, allungano la già interminabile lista di generi musicali in cui ci si avventura. Così come l'artista, in "Bâtard", rifiuta le categorizzazioni di razza, genere e classe sociale, l'album risulta impossibile da incasellare e fa sfoggio della sua eterogeneità. L'eurodance del disco precedente si arricchisce di ritmi tribali, acquista contemporaneità con incursioni trap, ma mostra anche gusto e rispetto per la tradizione