Nek - FILIPPO NEVIANI - la recensione

Recensione del 19 apr 2013 a cura di Mattia Marzi

Voto 7/10
E’ un disco essenzialmente rock quello che segna il ritorno sulle scene di Nek. "Filippo Neviani", questo il titolo del progetto, arriva a circa due anni dal greatest hits con il quale il cantautore di Sassuolo aveva celebrato i vent’anni di carriera (era il 1992 quando, appena ventenne, Nek debuttava nel mondo della discografia con "Amami", singolo apripista del suo primo album ufficiale omonimo); due anni in cui la sua vita emotiva è stata segnata da un lato dalla scomparsa del padre (a cui dedica l’album), dall’altro dalla nascita di sua figlia Beatrice. Esperienze, queste, che hanno permesso a Nek di cercare nei propri sentimenti le giuste parole e le buone intuizioni, di ripiegarsi su sé stesso nel tentativo di cogliere ogni forma d’ispirazione.

Ed ecco allora venire alla luce un nuovo album di inediti, pubblicato contemporaneamente in Italia, Svizzera, Germania, Austria, Polonia, Slovenia e Turchia lo scorso 16 aprile. Prodotto dallo stesso Nek, assieme a Dado Parisini e ad Alfredo Cerruti per Warner Music, "Filippo Neviani" contiene dieci brani inediti (tra cui il primo singolo estratto, "Congiunzione astrale") in cui Nek si scinde a metà tra l’essere interprete e l’essere cantautore. Cinque delle tracce che compongono l’album sono infatti firmate da autori quotati come Federica Camba e Daniele Coro (oltre al singolo apripista, "La metà di niente", "Soltanto te", "Uno come me") o Andrea Amati ("Dammi di più"). Tutte le altre vantano invece la firma stessa di Nek nel testo e nella musica. Testi, tutti questi, che si presentano come pure invocazioni all’amore e al bisogno di emozioni forti. L’ascolto si apre con "Hey Dio", un pezzo di forte impatto in cui Nek si scaglia contro la rabbia e contro le mali che affliggono la nostra società ("è solo l’odio che fa notizia in ogni maledetto tg", canta amareggiato), vedendo nel sentimento dell’amore e nella fede baluardi in cui rifugiarsi. La seconda traccia, "Congiunzione astrale", è una bella dichiarazione d’amore in musica; "Dentro l’anima" la lettera più dolce di un padre ad un figlio. Tra le altre tracce, si segnalano su tutte la sfrontatezza di "Io no mai" e il ritornello coinvolgente di "Uno come me".





Dal punto di vista musicale, "Filippo Neviani" si presenta alle orecchie come un disco semplice e diretto, senza troppi artifici o trucchi elettronici, fatto di un sound pulito, povero. Nek si conferma un cantautore completo e in grado di rivestire il triplice ruolo di autore, interprete e musicista: tutte le tracce del disco sono state da lui direttamente suonate. Quello che caratterizza "Filippo Neviani" si potrebbe definire come un rock naturale e ispirato dalle sonorità tipiche delle grandi band power-trio internazionali, il che rende l’album un’isola felice nel panorama confusionario e troppo pop-ammiccante della discografia italiana. Non un prodotto usa e getta, questo, ma un’opera sincera e senza troppe pretese.

Tracklist:
"Hey Dio"
"Congiunzione astrale"

"Dentro l’anima"

"La metà di niente"
"Soltanto te"
"Io no mai"
"Uno come me"
"Verrà il tempo"

"Dammi di più"
"Il mondo tra le mani"

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