Ben Harper e Charlie Musselwhite - GET UP! - la recensione

Recensione del 25 gen 2012 a cura di Alfredo Marziano

Voto 7/10
Ben Harper è arrivato ai crossroads , il crocevia della mitologia blues, e non è la prima volta. Sempre in bilico, forse anche suo malgrado, tra un profilo da artista mainstream e un desiderio di purezza, tra autenticità di ispirazione e necessità di fare i conti con il mercato di massa (come il veterano
Eric Clapton , come il giovane John Mayer : innamorati cronici delle dodici battute ma anche personaggi abituati a frequentare lo star system), va periodicamente alla ricerca di un ritorno alle radici e di nobili compagnie a cui attingere prezioso sapere musicale (il disco in studio e il live con i Blind Boys of Alabama restano tra le sue cose migliori); stavolta, però, al bivio ci arriva in un momento critico e persino enigmatico della carriera, dopo un paio di album e qualche sterzata che hanno lasciato interdetto qualche fan e dato fiato in corpo ai detrattori (ce ne sono, sì). Gli viene in soccorso, oltre al background musicale a base di Robert Johnson e di Taj Mahal , una figura di culto del blues bianco, l'armonicista di sangue nativo americano Charlie Musselwhite : un sessantaquattrenne nel giro dagli anni Sessanta, che vanta una biografia pittoresca e accidentata come si conviene e una fratellanza di sangue con il compianto John Lee Hooker , collaborazioni con Bonnie Raitt, i Blues Brothers e Tom Waits (ai tempi di "Mule variations") e un posto più che meritato nella Blues Hall of Fame. E' lui, in questo disco, il solista principale, e merito ad Harper che ha l'umiltà di lasciargli spesso le luci di scena e il coraggio di fare una scelta tutto sommato impopolare dal momento che difficilmente un disco di "genere" e specialistico come questo lo porterà in alto in classifica e nelle playlist delle radio.


Traspira una viscerale genuinità, in questo progetto, a cominciare dalla leggendaria etichetta impressa in copertina a fianco della foto in bianco e nero dei protagonisti (la Stax di Memphis, di Otis Redding, degli Staple Singers e di Albert King, oggi tornata in attività: negli Stati Uniti pubblica anche i dischi dell'ottimo Warren Hayes ). E nei solchi di "Get up!" c'è musica vinilica, ruvida e polverosa come ci si aspetta: il blues del Delta ("Dont' look twice", Weissenborn, voce in falsetto, percussioni e la tipica armonica elettrificata di Musselwhite) e quello di Chicago ("I'm in I'm out and I'm gone" rimanda dritto a Muddy Waters e al catalogo Chess), i cori gospel a ritmo di valzer accelerato di "We can't end this way", gli accenti accorati di una ballata come "You found another lover (I lost another friend)" e il boogie duro di "Blood side out" mentre "Get up!" (la canzone) è un pezzo programmatico di questo Harper immerso nel blues (testi compresi, anche se si fatica a immaginare un bravo ragazzo come lui nei panni del fuorilegge), imperniato sui quattro pilastri che sostengono tutto il disco: voce, armonica, batteria e chitarra, stavolta sguinzagliata senza strafare in una bella jam che trova ampi spazi di manovra tra le maglie larghe di un arrangiamento ridotto all'osso.




C'è qualcosa del recente passato del cantautore californiano nell'aspra "I don't believe a word you say", un hard blues fragoroso che ricorda il suono dei suoi Relentless 7, e un momento più easy e scanzonato in "She got kick", un ballabile con pianoforte rock'n'roll; molto meglio però le atmosfere cooderiane e dark della spettrale "I ride at dawn", il titolo migliore, o l'andamento dolente e strascicato di "All that matters now". Che termina con un chiacchiericcio e una risata, nel clima rilassato e spontaneo di un disco fatto - e si sente - per puro piacere e bisogno di soddisfare se stessi. Una meritata vetrina, per Musselwhite. E un bagno rinfrescante, per Harper, prima di decidere se assecondare la prossima volta le lusinghe del diavolo o quelle del music business (che non sempre sono la stessa cosa).

Tracklist

01. Don't Look Twice (03:13)
02. I'm in I'm Out and I'm Gone (04:37)
03. We Can't End This Way (03:34)
04. I Don't Believe a Word You Say (03:17)
05. You Found Another Lover (I Lost Another Friend) (04:13)
06. I Ride at Dawn (04:42)
07. Blood Side Out (02:52)
08. Get Up! (06:17)
09. She Got Kick (02:56)
10. All That Matters Now (04:53)

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