Sono passati due anni dal debutto con l’album “PINK FRIDAY” e da allora molte cose sono cambiate. Già il primo singolo “Starship” da “Roman reloaded” ha delineato il deciso dirottamento verso il pop per l’artista, subito premiata con i migliori piazzamenti nelle classifiche internazionali della sua breve ma intensa carriera.
La prima parte di “Pink Friday: roman reloaded” evidenzia la posizione di rilievo nella scena hip hop che la Minaj si è guadagnata: la sua reputazione è così solida da permetterle di tenere testa ai suoi colleghi maschi. E non sono pochi. Drake , Nas e Young Jeezy in “Champion”; Rick Ross e Cam’ron in“I am your leader”;
In “Roman reloaded” la confusione però regna sovrana. Seppur volutamente diviso a metà per accontentare sia i suoi fans della prima ora e quelli (ben più numerosi) arrivati dopo, l’album porta avanti la sua missione di essere dappertutto. Di certo, ha il potenziale per consacrare il personaggio di Nicki Minaj a livello internazionale, ma la sua sempre più evidente sensibilità “unz unz” e i suoi pubblici eccessi, rischiano di far storcere i nasi di quanti la vorrebbero più “street”. Alla fine, Nicki è proprio quello che si ascolta in questo disco: una personalità variegata, complicata e spesso eccessiva. C’è lei, c’è il suo alter ego Roman Zolaski. C’è spazio per il rap e per il canto. C’è soprattutto quello che possiamo ribattezzare “Hip pop”. D’altronde lo ha dichiarato lei stessa di recente: “Non m’importa di quello che pensate di me. ‘Roman reloaded’ cambierà la cultura pop e hip hop”. A questo punto, le priorità di Nicki sono piuttosto evidenti. Una mossa che può farle conquistare il mondo, ma perdere l’anima.