Un curriculum di tutto rispetto e prospettive ancora più rosee, ma le fondamenta del suo successo sono state costruite dalla musica. E poi, con una voce come la sua, sarebbe stato davvero un terribile spreco se non avesse più trovato modo per realizzare un nuovo album. Già, perché l’etichetta che ha pubblicato i precedenti due lavori di Tyrese, la J Records, è stata messa a riposo e Gibson ha scelto una nuova strada da percorrere, fondando la sua Voltron Recordz (distribuita dalla EMI), label per la quale esce questo nuovo album “Open invitation”. Il giorno della presentazione agli addetti ai lavori della sua nuova fatica, il cantante si è detto molto soddisfatto e orgoglioso del nuovo disco che ha definito come il migliore della sua intera carriera. Il suo orgoglio nasce dall’essere stavolta in controllo totale del suo destino e di avere una più che prestigiosa lista di ospiti nonostante si tratti di un album indipendente. Tyrese per “Open invitation” ha chiamato personaggi come Rick Ross , R.Kelly e Ludacris e Faith Evans , ma soprattutto ha voluto tornare alle sue radici: la musica r&b. Dopo la pubblicazione del singolo “Stay” la scorsa estate, Tyrese ha messo subito in chiaro che l’esperimento (un po’ confusionario) tra hip hop e r&b del suo precedente “Alter ego”, era acqua passata e che stavolta si sarebbe concentrato su quello che gli riesce meglio. Le sue qualità di balladeer sono state sempre ampiamente apprezzate e in “Open invitation” la scorta di “slow jams” è in quantità industriale.
“One night”, “It’s all on me”, “Miss that girl” e “Angel” sono le canzoni più interessanti dell’album e che dimostrano la maturità e indipendenza creativa raggiunta dall’artista 32enne, il quale seppure talvolta senza particolari guizzi innovativi, ci invita ad ascoltare la sua ritrovata vera voce.