Stevie Ray Vaughan - RISTAMPA DISCOGRAFIA DI STUDIO - la recensione

Recensione del 02 giu 1999

Stevie Ray Vaughan è stato l'ultimo dei grandi chitarristi, la voce finale di un albero genealogico che comprende Jimi Hendrix, Eric Clapton, Jeff Beck, Jimmy Page e se il destino non avesse messo la parola fine sulla sua esistenza, il 26 agosto 1990 (aveva soltanto trentacinque anni) oggi sarebbe ancora il chitarrista per eccellenza. La sua scomparsa, come spesso succede, l'ha trasformato in uno dei miti del rock'n'roll e il diluvio di incisioni che l'hanno seguita testimoniano un interesse destinato a protrarsi nel tempo. Tra antologie (compresa la recente Real Deal), dischi dal vivo e un cofanetto più volte annunciato sono giunte, quasi a sorpresa, le ristampe dei suoi quattro album in studio. Rimasterizzati e adeguatamente rimpinzati di outtakes, “Texas flood”, “Couldn't stand the weather”, “Soul to soul”, “In step” costituiscono i cardini fondamentali della carriera di Stevie Ray Vaughan anche se, come è noto, era la dimensione live quella che gli rendeva onore. La pietra di paragone resta sempre “Texas flood”, anno di grazia 1983: le chitarre sembravano scomparse dalla faccia della terra e questo texano dal sorriso schietto arriva con la forza di un tornado sventagliando blues e nomi come Albert King, Freddie King, Lonnie Mack e Michael Bloomfield. La storia della chitarra nel rock'n'roll. Un album di blues elettrico, torrido e vibrante resto tale anche dai Double Trouble, ovvero la sua fidata band. Con “Couldn't stand the weather”, esattamente un anno dopo, Stevie Ray Vaughan manifestò la propria attitudine hendrixiana con una favolosa versione di “Voodoo Chile” e lo spassoso videoclip di “Cold shot” lo rese famoso in tutto il mondo. Tra le cinque bonus tracks della ristampa spicca “Hide away”, un classico. Il 1985 è l'anno della consacrazione con “Soul to soul”, un disco che vide Stevie Ray Vaughan e i Double Trouble ampliare lo spettro delle proprie ambizioni. Non tutto è perfetto, ma la versione 1999 contiene una monumentale medley con “Little wing” e “Third stone from the sun”. Chiude il ciclo di ristampe quello che sembrava il disco della rinascita, l'ottimo “In step”, arrivato dopo un periodo non privo di ombre. Il blues si mostra in mille forme diverse, il successo torna sonante (oltre un milione di copie vendute) e soltanto il destino poté fermare una vera forza della natura: nella ristampa di “In step” lo si sente in prima persona perché sono stati aggiunti più di trenta minuti dal vivo. Suonati come soltanto Stevie Ray Vaughan sapeva fare.

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