“F.A.M.E.”, pare abbia almeno un paio di significati, “Fans Are My Everything” e “Forgiving All My Enemies”, ma considerando che Chris è ancora nella condizione di doversi fare perdonare per il suo comportamento del recente passato, adotteremo la prima dichiarazione d’amore per i suoi fans.
“F.A.M.E.” quindi, si presenta come il disco che vuole riposizionare il cantante 21enne nella mappa dei talenti più brillanti del moderno scenario r&b internazionale, ma Brown si è guardato parecchio intorno negli ultimi due anni, osservando gli altri che lo scavalcavano per salire in cima alle classifiche e ha capito che se doveva tornare, doveva farlo col botto. Il rischio della sovraesposizione mediatica dopo il fattaccio con la sua ex, è quello di essere giudicato per i precedenti penali, non per quelli musicali e questo Chris lo ha sempre saputo e lo ha sperimentato sulla sua pelle con il flop di “Graffiti”. Molte delle canzoni, le abbiamo ascoltate online molto prima dell’uscita ufficiale di questo album e ciò ha creato una grande curiosità e una solida base per ricostruire da qui la carriera zoppicante di Brown. Già il pezzo d’apertura “Deuces”, suona come una vecchia conoscenza, essendo stato per mesi nelle heavy rotation delle radio americane e un successo sul web, ma anche le varie “Yeah 3x”, “No bullshit”, “Look at me now” e “Beautiful people” hanno goduto e godono di ottime rotazioni. Chi ben comincia, si dice, è a metà dell’opera!
“F.A.M.E.” è una raccolta estremamente piacevole di canzoni ben prodotte e perfettamente bilanciate nell’economia generale del disco. Lo zoccolo duro, forse storcerà il naso di fronte ad esternazioni dance come in “Oh my love” e “Beautifiul people” (con Benny Benassi) o pop come “Next to me” (con Justin Bieber ), ma dovrà riconoscere che i numeri sono quelli giusti per posizionare questo album tra i momenti più alti della carriera di Chris Brown.
Tra le canzoni che risaltano da “F.A.M.E.”, un posto particolare va riservato a “Look at me now” che rispolvera lo stile inimitabile di Busta Rhymes , il solito Lil Wayne e fa bella mostra di un Brown alle prese con un rap, tutto sommato gradevole. C’è poi “She ain’t you”, doverosa e sentita citazione al compianto Michael Jackson , con il suo riferimento a “Human nature” (versione Teddy Riley per le SWV) dove però è curioso l’uso di una corista che somiglia a Rihanna! Infine, si rivela interessante anche “Wet your bed” (con Ludacris ), canzone fin troppo esplicita che lo porta vicino alla sensibilità a luci rossi del più maturo
“F.A.M.E.” è un album più maturo e concreto rispetto al precedente “Graffiti” e mostra una versatilità calibrata che non sacrifica le radici r&b dell’artista, pur sperimentando in altri colori dello spettro musicale.