“Mezze stagioni” segue di quattro anni l'album d'esordio della band genovese: questo periodo è stato occupato di impegni da questi quattro ragazzi che, realmente, non sono stati fermi un attimo, hanno girato l'Italia da capo a piedi più di una volta con il loro show scalcagnato, ma anche divertente, elettrizzante e imprevedibile, hanno cambiato batterista, hanno registrato due video deliziosi, una cover di “The rhythm of the night” di Corona , uno di loro (il sempre esuberante rapper Pernazza) è diventato un personaggio televisivo, hanno lanciato una raccolta di azionariato popolare con i propri fan per autofinanziarsi la produzione del nuovo disco, e, visto che gli rimaneva del tempo tra il lavoro e la vita da rockstar, sono partiti per la Norvegia dove, a Bergen, sono entrati in studio di registrazione con il produttore (italiano) dei Kings Of Convenience , Davide Bertolini.
Così, dopo quattro anni vissuti senza soste questa band genovese è tornata a rallegrarci un'altra volta con “Mezze stagioni”: tredici canzoni che mettono in mostra l'enorme passo avanti fatto sia attraverso la cura del sound, ricco e potente, ma anche mostrando una capacità di scrittura (musicale e letterale) che va ben oltre ciò che si può aspettare da un brano pop.
Dire che gli Ex-Otago sono il futuro della canzone pop italiana potrebbe farci sembrare esagerati, ma tutto del loro disco ce lo fa pensare: ritornelli che rimangono appiccicati ad ogni nostro pensiero, un sound semplice ma fresco e diretto, e dei testi che mostrano un'arguzia e un ingegno nell'uso della lingua italiana che raramente si trovano nei nuovi gruppi italiani.
A dimostrarlo ci sono canzoni come “Una vita col riporto”, storia di una persona che non si arrende al presente e si prepara alla vecchiaia, brano che si pone in contrapposizione a “Marco corre” elogio di un atleta (veramente esistente) che non si arrende alla vecchiaia, “Figli degli hamburger” descrizione ironica e tagliente di una generazione con valori assai poco condivisibili (“se ti fai poche domande, avrai tutte le risposte”), “Costa rica”, canto malinconico di chi è stato costretto ad andarsene dalla propria città, e per finire “Gli Ex-Otago e la Jaguar gialla” inno dei trentenni di oggi.
L'universo degli Ex-Otago è composto di semplicità, divertimento è una cura ossessiva per i particolari, come le tante citazioni disseminate in questo disco con cui, questi ragazzi, mostrano tutti i loro riferimenti culturali: dalla “sfitinzia” a Siddharta, passando per “Superclassifica Show”, i
Una costellazione di mezze stagioni che, grazie all'entusiasmo degli Ex-Otago, ritornano in questo disco effervescente e malinconico, ironico e poetico.
Un disco che onora la storia del pop italiano, ma che allo stesso tempo ne entra a far parte con lo stile originale e sbruffone di cinque ragazzi che non smettono mai di trovare un nuovo modo per divertirsi e farci divertire, anche quando indirizzano il loro sguardo negli angoli più bui del nostro presente.
Complimenti!