Prendendo il nome da un pesce di plexiglas che gli era stato regalato nel 1988, l’album raccoglie esecuzioni registrate dal vivo nel 192 dell’Ensemble Modern. Si va dai quartetti d’archi (“None of the above”) a esempi di classica contemporanea a vecchi brani fra i preferiti dell’autore: fra questi, un medley di "Dog Breath Variations" e "Uncle Meat", "Pound for a brown", "Be-Bop Tango", e due brani pensati al Synclavier, "The girl in the magnesium dress" e "G-Spot Tornado" trascritti per orchestra.
Benché questi, proprio perché già noti, rendano il disco meno “difficile”, sono le composizioni inedite a conferirgli il suo valore: "Outrage at Valdez," il duetto pianistico "Ruth is sleeping" e "Food gathering in post-industrial America, 1992" sono opera di un autore maturo, fortemente influenzato da Varèse e Stravinsky ma capace di creazioni originali. Il capolavoro del disco è però "Welcome to the United States", un brano a struttura improvvisativa ispirato alla modulistica da compilare per ottenere un visto d’ingresso negli Stati Uniti.
Certo ostico per gli amanti del rock, “The Yellow shark” resta però uno dei vertici della discografia zappiana, e forse il disco che meglio ne documenta lo spessore compositivo.
Riccardo Bertoncelli dice: “... un fantastico progetto orchestrale, il più bello di tutta la carriera. Struggenti recuperi dal passato... e alcune pagine nuove di straordinaria bellezza (...): lo Zappa della estrema maturità coniuga divertimento, lirismo, passione, dolcezza, con una scrittura più elegante che mai, a tratti insolitamente rarefatta.”