Ministri - FUORI - la recensione

Recensione del 15 ott 2010

I Ministri cominciano ad abituarci bene. Cominciano ad entrare a pieno diritto in quella categoria di gruppi e artisti ai quali si presta sempre più attenzione e rispetto.
Suonano un genere non bene definito, perché ad oggi il rock è tutto e niente e l'accezione 'indie' non si sa bene a cosa si riferisce. Alternativi? Underground? Non saprei. Bravi? Stimolanti? Sì, questo non è poco ed è sicuro.
"Fuori" è un bel disco fatto di dodici canzoni più una ghost track ed è un album che va gustato tutto quanto, dall'inizio alla fine, come se riprenderlo da metà non gli rendessse giustizia: devi rimetterlo da capo, sempre, subito, appena lo finisci.
La batteria come un treno in corsa di "Il sole (è importante che non ci sia)" invade le tempie e scuote il capo, mentre i controtempi del nuovo singolo "Gli alberi" portano in un brano potente, l'unico in tutto il disco scritto dal cantante e bassista Davide Auteliano. L'intro in stile anni Ottanta italiano di "Vestirsi male" lascia spazio a uno dei brani più significativi del disco, "Noi fuori". Gli arrangiamenti elettronici di "Tutta roba nostra" regalano insieme alle inziali note pop e dolci di "Le città senza fiumi" una doppietta di canzoni perfette, melodiche, toste, innovative delle quali è difficile fare a meno. E' un po' questo lo stile in continuo movimento dei Ministri: riuscire a mettere insieme strutture musicali potenti quanto immediate, sofisticate ma alla portata di tutti, come i loro testi che parlano di tutto e di niente, con parole crude, vere, concrete, come "Una questione politica" e "La petroliera". Una musica di concetti più che di slogan, che porta l'ascoltatore a dover masticare e digerire bene il tutto prima di potersi esprimere. Uno di quei dischi che è un piacere ascoltare con il libretto in mano, leggendo i testi, perdendosi nei pensieri di questi tre ragazzotti milanesi che sembra ce l'abbiamo fatta a mettere la loro bandierina nella scena musicale italiana.

Lo dimostrano anche brani come "Mangio la terra", uno dei più curiosi con le sue adorabili chitarrine funkeggianti e la melodia incalzante, oppure il testo significativo di "Due dita nel cuore": "Cacciati due dita nel cuore e vomita".
"Fuori" è un disco piacevole, emozionante e sincero fin da subito, è un album dalle atmosfere lunari, da post guerra nucleare, dove tutto quasi sembra da salvare o da (ri)costruire. Non facile mettersi nei loro panni ad un primo veloce ascolto, e forse va bene così: questi ragazzi hanno bisogno di attenzione, o se non ne hanno bisogno, credetemi, sarebbe giusto dargliela.

(Daniela Calvi)

Tracklist:

"Il sole (è importante che non ci sia)"
"Gli alberi"
"Verstirsi male"
"Noi fuori"
"Tutta roba nostra"
"La città senza fiumi"
"Una questione politica"
"Due dita nel cuore"
"La petroliera"
"Mangio la terra"
"Che cosa ti manca"
"Vorrei vederti soffrire"

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