Suede - HEAD MUSIC - la recensione

Recensione del 07 mag 1999

Quasi gira la testa, a pensare a tutta l'acqua passata sotto i ponti da quando, per la prima volta, il nome dei Suede apparve sulle riviste britanniche. Non è stato molto tempo fa (sei anni) secondo il calendario, ma è stato secoli fa in termini di stili, di classifiche, di ritornelli, di definizioni in lotta fino all'emergere di quella più adatta (non poteva che essere la più insulsa, "brit-pop"), di gruppi (uno inizia per "O", l'altro per "B") che salirono sulle spalle di Anderson e del fuoriuscito Butler per dare la scalata al mondo. Il tutto condito da tanto materiale tipicamente rock, a cominciare dalla chitarrista e fidanzata del cantante che se ne va con il leader dell'odiato gruppo che inizia per "B" - e poi ancora risse, mille difficoltà, alcool a fiumi, droga a slavine... ma anche tanta personalità. Che oggi ritroviamo piacevolmente intatta anche immersa volutamente nel bagno di glamour e chitarre distorte di questo "Head music". La sequenza iniziale, da "Electricity" a "Can't get enough", sembra voler lanciare un guanto di sfida al film "Velvet goldmine". Un pop-rock eccitante, sensuale, e in guizzante equilibrio tra confortanti armonie e testarde impennate. Mastro Bowie sarà contento di quelli che indicò come suoi degni discepoli: "She's in fashion" sembra proprio roba sua. Un disco in grado di divertire al primo ascolto, e di farsi amare dal quarto in poi. Alleluia.

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