Sarà che questa volta le aspettative con le quali mi sono avvicinato a “Further” (settimo capitolo discografico del duo inglese, esclusa la raccolta “Brotherhood”) erano davvero basse dopo le non esaltanti ultime prove, sarà che questa volta i “fratelli chimici” non si sono dilungati troppo (solo otto episodi) e non hanno invitato ospiti ed eccomi così felice di rivedere i miei pregiudizi sul loro nuovo lavoro.
Sia ben chiaro, anche questa volta Tom Rowlands e Ed Simon non hanno rivoluzionato il loro sound o inventato nulla di nuovo, ma è come se fossero maggiormente diretti, senza troppi fronzoli, quasi avessero pensato: “Ok, volete ballare? Ecco qua”.
L'album è aperto da “Snow”, una lunga intro che si fonde con “Escape velocity”, uno di quei brani con cui i Chemical Brothers ci avevano fatto sognare alla fine degli anni Novanta, una cavalcata psichedelica di dodici minuti tutta da ballare ad occhi chiusi, sulla scia della leggendaria “Private psichedelic reel”. Da brividi in cuffia, chissà dal vivo.
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Otto brani quindi, tutti a loro modo degni di nota. “Further” non inventa nulla, ma finalmente riporta i Chemical Brothers all'attualità: “Dig your own hole”, “Surrender” e “Come with us” restano sempre lì, intoccabili, ma ora forse possiamo aggiungere un “ulteriore” tassello.