Dr. Dog - SHAME, SHAME - la recensione

Recensione del 09 apr 2010 a cura di Giuseppe Fabris

Lasciare il noto per l'ignoto rappresenta sempre un piccolo trauma.
Ci capita con le piccole abitudini di tutti i giorni, figuriamoci con un album come "Fate" dei
Dr. Dog che abbiamo tanto amato.
Dopo averlo tenuto sul lettore per mesi dobbiamo dare spazio al suo successore, "Shame, shame".
I Dr.Dog sono una band di culto della scena di Philadelphia, ma per anni sono rimasti nelle seconde file del panorama alternativo americano, almeno fino alla pubblicazione del loro precedente album "Fate", undici canzoni killer con cui questa band rivedeva e mescolava il blues, il soul, la psichedelia e riferimenti abbastanza marcati a Beatles e Beach Boys, ma mantenendo uno stile unico.
Due anni dopo li ritroviamo con un disco prodotto con Rob Schnap (già al fianco di Beck e Elliot Smith) e un suono più potente e strutturato in cui ritorna la psichedelia degli esordi e i mille riflessi del loro background musicale mescolati in un affresco sonoro meno diretto e grintoso del precedente, ma più arioso, ricco e, talvolta, malinconico.
Certo, se la nostra malinconia fosse come quella dei Dr.Dog, fatta di dolci melodie, cori, organi, archi e fiati, saremmo tutti più felici, ma questo il modo con cui questa band mettono in scena la loro musica. Se "Fate" era il loro album del riscatto, con cui finalmente si presentavano al mondo, con "Shame, shame" ha cambiato nuovamente le carte in gioco mostrando al suo pubblico tutte le sue ferite e la rabbia raccolta tra apici emozionali come "Station", con il suo lento andamento country, l'energica "Later" o la dolorosa titletrack.

Questo nuovo lavoro dei Dottor Cane non è altro che il loro "L'impero colpisce ancora", la luce della gloria oramai è alle spalle e sono tornati i periodi duri, ma i nostri Jedi non hanno la minima intenzione di darsi per vinti e ce lo dimostrano a suon di belle canzoni.

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