Fiorella Mannoia - HO IMPARATO A SOGNARE - la recensione

Recensione del 08 dic 2009 a cura di Daniela Calvi

Cover, cover e ancora cover. E quando non sono cover sono brani dello stesso artista, rifatti però con l’orchestra: be’, non si può certo dire che il 2009 sia stato l’anno degli inediti, ma questo non per forza deve essere negativo.

Non lo è, infatti, quando alcuni dischi riescono bene nell’intento e nel progetto. “Ho imparato a sognare” di Fiorella Mannoia, piano piano si insidia tra questi.
Una delle migliori interpreti della canzone italiana, che da sempre ci ha abituati alle cover, confeziona dieci rifacimenti di brani italiani, alcuni dei quali già sentiti ai suoi concerti, altri invece realizzati per la prima volta. La cover più curiosa e una delle meglio riuscire è senza dubbio “Le tue parole fanno male” di Cesare Cremonini: il brano cambia di vestito, e il testo perde un po’ della freschezza originale, ma ne guadagna in saggezza ed emozione. Bene anche “Ho imparato a sognare” dei Negrita, canzone talmente anni Novanta, sia nel testo sia negli arrangiamenti, che ai primi ascolti si fatica a capire se sia una cover ben riuscita o meno, convinti forse che un brano così possa interpretarlo al meglio solo chi lo ha scritto e sudato, invece dopo qualche tempo ci si ricrede e si promuove la Mannoia.
La si boccia, o meglio, la si rimanda a settembre, in “E’ la pioggia che va” dei Rokes e “Una giornata uggiosa” di Lucio Battisti: la prima perché forse l’intenzione della cover stravolge troppo l’idea originale, la seconda perché le arie sudamericane con cui è stata arrangiata (esperimento già provato in “Cercami” di Renato Zero, che non convince tantissimo) ribaltano un po’ troppo il brano, e per quanto sia un esperimento originale, non ottiene un ottimo risultato. Ottime le interpretazioni di due grandi autori italiani con cui la Mannoia lavora già da tempo, Tiziano Ferro e Ivano Fossati: “La paura non esiste” e “C’è tempo’ sono ricamati di suoni suggestivi e dalla voce intensa e carica d’emozione della Mannoia, che anche in brani forse meno conosciuti al grande pubblico, come “Mimosa” di Niccolò Fabi, riesce a dare il meglio di sé.

Il disco “Ho imparato a sognare” contiene anche un dvd di trentacinque minuti di riprese video realizzate durante le registrazioni del disco, in cui esce tutto lo spirito e l’atmosfera che si crea tra musicisti, artisti e addetti ai lavori quando si lavora bene insieme. Una chicca presente nel dvd è la versione di “Sally” di Vasco Rossi rifatta dalla Mannoia questa volta con un quartetto d’archi: una rivisitazione jazz di uno dei brani più famosi del repertorio della cantante, che acquista ancora più fascino ed eleganza.
Quindi, come dicevamo all’inizio: cover, cover e ancora cover. Ma se fatte bene, se realizzate con un buona idea in testa… perché no?

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