Pacifico - DENTRO OGNI CASA - la recensione

Recensione del 19 gen 2009

Ascoltare Pacifico non è cosa da tutti i giorni. Non ce l’ha di certo prescritto il medico, ma vero è che una volta che si entra nelle sue canzoni, difficile è uscirne. Non sempre si ha bisogno e voglia di emozionarsi, di ricordare, di soffermarsi a pensare e, in un modo o nell’altro, le sue canzoni portano a questo.

“Dentro ogni casa” si apre con gli archi in lontananza di “Dove comincia tutto”. All’improvviso sembra davvero di stare in una cantina polverosa a far passare tra le mani un dolce passato, ed è quasi magico come pochi minuti dopo ci si trovi a rivivere invece il malessere fisico di uno stato d’animo che destabilizza, che sia amore che sia dolore, in “Sembri una foglia”, incalzante ed immediata.
“Lento” è un morbido pianoforte, una voce detta piano, tutto ponderato e delicato. E' questo che Pacifico ha: una sua maniera di evocare, di dare colore e forma a ciò che racconta, di scrivere canzoni che sembrano rimanere sospese per via delle suggestioni, ma che allo stesso tempo sono salde a terra per via dei particolari, delle descrizioni minuziose e attente che contraddistinguono il suo stile. Lo dimostra soprattutto in “Un ragazzo”, brano che parla della morte di un giovane e dei genitori che lo guardano in un freddo obitorio. Non è facile accostarsi a questa canzone, forse per via di frasi un po’ troppo esplicite come “un ragazzo è morto” e “la carne rovesciata bianca”, ma dopo pochi ascolti si capisce che la forza e la bellezza di questo brano stanno proprio nella concretezza di narrare quanto pesante sia la mancanza: “un citofono che non suona, un suggerimento che non arriva”.

Sussurrate appaiono invece “Nel fuoco acceso del cuore”, senza veli e romantica nel raccontare di qualcosa che se ne va ma non sa di restare, e “Senza respirare”, che trascina invece in un’intimità assoluta (“ho soltanto noi due e lo dico senza respirare”).
Arrivano anche i duetti con Gianna Nannini in “Tu che sei parte di me” – che stando in mezzo alle altre canzoni, “a casa sua” insomma, si manifesta in tutta la sua bellezza – e con Malika Ayane in “Verrà l’estate”, uno dei brani più immediati, aperti e ben riusciti del disco.
La più “ermetica”, se così si può definire, “Spiccioli” lascia in bocca un sapore quasi metallico, ma le belle emozioni non mancano nemmeno qui grazie al piacevole apporto di Amedeo Pace dei Blonde Redhead alle chitarre e ad un finale scandito e quasi recitato da Pacifico.
Il disco si chiude con il temporale, i clacson, le voci e i rumori domestici di “Dentro ogni casa”, dove le parole volano tra le ringhiere dei balconi, nelle case e sui panni stesi senza lasciare via di scampo, senza lasciare interpretazione. Pacifico queste cose le sa proprio fare, sa parlare alla gente, sa raccontare quello che tutti vedono in modo malinconico e consapevole, a tratti avvolgente e silenzioso. O forse no, forse Pacifico non è niente di speciale, non è niente di tutto questo, forse nemmeno arriva a toccare tutti, sarebbe impossibile. Che si accontenti allora di non essere ancora arrivato, di fare un passo alla volta ma farlo bene e senza cadere. Che si accontenti, allora, di arrivare a quelli che ancora ci credono e si rivedono nelle storie che racconta.


(Daniela Calvi)

Tracklist:
"Dove comincia tutto"
"Sembri una foglia"
"Lento"
"Un ragazzo"
"Nel fuoco acceso del cuore"
"Tu che sei parte di me" con Gianna Nannini
"Senza respirare"
"Spiccioli"
"Verrà l'estate" con Malika Ayane
"Dentro ogni casa"

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