Inizia così: da lontano arriva un suono strano, come di digeridoo in lontananza (ma non è un digeridoo) mentre una donna irlandese canta "And I will follow you everywhere you go, and Ill be with you til the end". Arriva la kora, larpa africana, insieme a percussioni e rumori di sfregamenti, poi, mentre la donna irlandese continua a cantare, Baaba Maal entra con la sua voce possente e altissima, dal timbro caratteristico e uno stile che ricorda inevitabilmente laltro grande senegalese, Youssou NDour. Poi arriva la ritmica completa, e il pezzo acquista quasi una dimensione pop internazionale, sembra solo un po più cullata in un suono primordiale, ma quando entrano anche i fiati la magia è completa. Pop africano o musica delle radici? Dentro "Souka nayo", brano che apre lalbum, ci sono entrambi i mondi, coniugati insieme da un musicista abile ed esperto: "Il nuovo album è una mescolanza di cibo tradizionale e cibo che il mondo mi sa offrire quando viaggio". Tradizionale il suo background, gli strumenti, lanima africana della sua musica; il resto sono le contaminazioni con il rap, il reggae e persino il mondo appartenente ad un certo rock sperimentale, quello grazie al quale sono presenti sullalbum Brian Eno, Howie B. e Jon Hassell. Per "Africans unite (Yolela)", invece, arriva a dargli manforte uno dei simboli del reggae odierno, Luciano. Il tutto per un album che fonde tradizione e modernità in un unico abbraccio, sottolineando luniversalità del messaggio musicale. Una volta lavori così impegnativi toccavano a Peter Gabriel, in ogni caso rockstar tra le rockstar, adesso il messaggio arriva forte e chiaro dal cuore dellAfrica. Non è un cambiamento da poco, ascoltare un africano con dei coristi irlandesi, piuttosto che un americano dorigine irlandese con dei coristi dorigine africana a lato del palco. E non è soltanto una questione di prospettive.
Track list:
- Souka nayo (I will follow you)
- Africans unite (Yolela)
- Mbolo
- Cherie
- Fanta
- Guelel
- Douwayra
- Iawa
- Yiriyaro (Percussion storm)
- Koni
- Lam lam