Zerozen - ZEROZEN - la recensione
Recensione del
26 mar 1999
Tanto per cominciare, quando si legge che Zerozen non è un gruppo, ma un progetto, già ci si arricciano i denti. E poi, dopo che si sente cantare che "la conoscenza del genoma che ci porta al Superuomo è la promessa del millennio" e che "incontri quasi speculari con l'immagine della clonazione del mio corpo salutano la produzione ineccepibile carnale anima gemella" ("Hyperman") viene voglia di aizzargli contro un gorilla, al progetto Zerozen. Ma per uno scopo preciso: colpirne uno per educarne cento. Perché quando si ha talento, è un peccato buttarlo via con testi che forse vorrebbero essere Battiato ma finiscono con essere Bluvertigo, ovvero immani stronzate altisonanti dette con l'aria di crederci davvero, per "stupire il borghese". Il fatto curioso è che, purgate dalle scempiaggini pseudofilosofiche, le canzoni sono spesso belle: "Hypnotrips" e "La canzone nel sole", ad esempio, mantengono certe promesse dei primi Ustmamò. Gli Zerozen sono, con Soerba e Delta V (tra i quali rappresentano forse un trait d'union), uno tra i gruppi più promettenti ed eleganti del pop tecnologico italiano, e questo album di debutto lascia intendere che potrebbero sorprenderci molto piacevolmente. Ma che badino a come parlano, per l'amore di Dio.
Tracklist:
La canzone nel sole
Bambina artificiale
Hypnotrips
Hyperman
Memorie di Atlantide
Perché?
Nuova era totale
Aura
Tracce
Ovunque sarai
Tu