Come sempre accade quando si parla di personaggi che sono l’antitesi del “cool” (non ce ne vogliano i Nostri, ma tanto trendy non sono) i detrattori sono dietro l’angolo, pronti a dire: ci mancava solo questa, cosa l’hanno fatto a fare, non lo ascolto neanche se mi sparano, al limite lo regalo a mia suocera perché le si alzi ancora un po’ il colesterolo. Va bene, posizione legittima.
Però un conto sono i gusti, un conto fare il tiro al piattello per puro pregiudizio: sport assai inelegante, ancorché diffuso. La cosa più onesta (non necessariamente l’unica sensata) da dire su quest’album è che si tratta di un lavoro ben suonato e ben interpretato, da due professionisti della canzone che hanno alle spalle tanto mestiere e che hanno mostrato di avere del genio. I tre inediti, “Come si fa”, “Anima italiana” e “Arrivederci per lei” sono pezzi dignitosi, lontani da certi capolavori dell’uno e dell’altro ma comunque ascoltabilissimi (menzione d’onore per il coro di “Arrivederci per lei”). I momenti più felici sono sicuramente il duetto in “T’innamorerai” e poi certi pezzi ricantati da Masini, come “Gloria”, “Gli altri siamo noi” e “Io camminerò”. “Ci vorrebbe il mare” è un po’ troppo stanca e addormentata, ma il livello dell’album resta comunque abbastanza alto; anche le masiniane “Disperato” e “Perché lo fai” suonano credibili.
Chiaro: non bisogna dimenticare che si tratta di Tozzi e Masini. Insomma né Strokes né Franz Ferdinand. Ma questo uno lo sa bene appena vede il disco in negozio, e forse non c’è neanche bisogno di sottolinearlo.