Umberto Tozzi - TOZZI MASINI - la recensione

Recensione del 22 dic 2006 a cura di Paola Maraone

Di questi tempi c’è chi pratica lo scambio di coppie e chi lo scambio di canzoni. Tozzi e Masini, amici da tempo (forse non tutti sanno che Marco suonò come tastierista per Umberto) si dedicano al secondo dei due hobby. E mettono assieme un dischetto che poi tanto dischetto non è: sedici brani – non pochi – in cui uno ricanta i brani più famosi dell’altro, e viceversa. Con un duetto interessante, in “T’innamorerai” di Masini, in cui le voci dei due s’intrecciano in modo assai gradevole.

Come sempre accade quando si parla di personaggi che sono l’antitesi del “cool” (non ce ne vogliano i Nostri, ma tanto trendy non sono) i detrattori sono dietro l’angolo, pronti a dire: ci mancava solo questa, cosa l’hanno fatto a fare, non lo ascolto neanche se mi sparano, al limite lo regalo a mia suocera perché le si alzi ancora un po’ il colesterolo. Va bene, posizione legittima.
Però un conto sono i gusti, un conto fare il tiro al piattello per puro pregiudizio: sport assai inelegante, ancorché diffuso. La cosa più onesta (non necessariamente l’unica sensata) da dire su quest’album è che si tratta di un lavoro ben suonato e ben interpretato, da due professionisti della canzone che hanno alle spalle tanto mestiere e che hanno mostrato di avere del genio. I tre inediti, “Come si fa”, “Anima italiana” e “Arrivederci per lei” sono pezzi dignitosi, lontani da certi capolavori dell’uno e dell’altro ma comunque ascoltabilissimi (menzione d’onore per il coro di “Arrivederci per lei”). I momenti più felici sono sicuramente il duetto in “T’innamorerai” e poi certi pezzi ricantati da Masini, come “Gloria”, “Gli altri siamo noi” e “Io camminerò”. “Ci vorrebbe il mare” è un po’ troppo stanca e addormentata, ma il livello dell’album resta comunque abbastanza alto; anche le masiniane “Disperato” e “Perché lo fai” suonano credibili.

Chiaro: non bisogna dimenticare che si tratta di Tozzi e Masini. Insomma né Strokes né Franz Ferdinand. Ma questo uno lo sa bene appena vede il disco in negozio, e forse non c’è neanche bisogno di sottolinearlo.

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