Thom Yorke - THE ERASER - la recensione

Recensione del 25 lug 2006 a cura di Giuseppe Fabris

La tempesta che oscura il cielo, le onde che invadono Londra e la cancellano dalla faccia della terra, e un uomo solo che tenta di domarle. Nonostante l’opera grafica di Stanley Donwood non sia stata concepita per accompagnare il primo album solista di Thom Yorke, si adatta perfettamente al messaggio che cela questo disco. “The eraser”, "colui che cancella", non è altro che lo stesso Yorke proteso a fermare per un attimo “La bestia”. E’ proprio così che il musicista dei Radiohead definisce il far parte di una delle band più importanti di questi anni, incastrata tra la routine disco-tour-disco e la necessità di trovare sempre nuove energie, motivazioni ed ispirazioni per andare avanti.

Così, l’unico modo per ripartire è stato quello di iniziare da se stessi, da un album solista pensato da tempo, ma concluso in poche settimane, proprio quando c’era più bisogno di chiarirsi le idee e di emergere dalla macchina Radiohead.
Ed è proprio per questo che la caratteristica principale di “The eraser” è quella di voler staccarsi da tutto. Yorke ha fondato questo suo lavoro su due colonne l’elettronica e la sua voce. La prima viene trattata in modo quasi totalmente inedito (un po’ simile solo ad episodi come “Idioteque” dei Radiohead, per fare dei paragoni), pochissimi giri melodici, poco rumore, tanti beat e campionamenti. Strutture essenziali su cui si poggia la sua voce, mai così pulita (importante in questo caso la mano di Nigel Godrich, che produce) e importante nell’architettura delle canzoni.
Anche i testi diventano meno metaforici più diretti e personali, con un continuo senso di impotenza che aleggia nei brani: come in “Atoms for peace” dove canta “Ti posso vedere, ma non ti posso mai raggiungere”, o nella title-track “Più tento di cancellarti, più tu appari”.

“The eraser” è un disco algido e oscuro in cu Yorke dimostra di volersi tenere più a distanza possibile dal fantasma dei Radiohead. Ma la loro ombra non si cancella, tanto meno quando è il loro leader a firmare l’intero album. Così, anche negli angoli più bui e solitari, la loro magia nel creare grande pathos viene fuori donando un'aura magica a tutti i brani. Un calore che scaturisce da ogni brano man mano che l’ascolto si affina.
Questo disco è la conferma di come Yorke sia uno dei grandi autori di musica odierni. Nonostante il disco non sia privo di imperfezioni e qualche brano non sia all’altezza (“Atoms for peace” su tutti) anche questa volta non si può rimanere meravigliati dai mondi sonori che questo piccolo inglese riesce a creare con il passare degli anni.
“The eraser” è un’opera intensa, dolente e tragica che continua a lasciare di stucco dopo innumerevoli passaggi. Speriamo che da solo o in gruppo, questo genio della musica contemporanea non si stanchi mai di stupirci.

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