Statuto - SEMPRE - la recensione

Recensione del 09 mar 2005 a cura di Giulio Nannini

Dopo aver festeggiato i vent’anni di attività con la raccolta “I campioni siamo noi”, gli Statuto tornano con un album di inediti. “Sempre” è un condensato di tutti gli elementi caratteristici della band torinese: facili ritornelli che rimangono impressi al primo ascolto, spirito mod a dosi massicce, canzoni in stile ska (ma anche rocksteady, soul e beat) in cui largo spazio è lasciato alla sezione fiati, testi ironici ma anche di denuncia, divertimento e impegno. Questo nuovo lavoro è stato realizzato assieme Carlo U. Rossi, conosciuto nella scena rock italiana per la produzione di Caparezza, Meg e Bandabardò.

Fra i temi toccati in “Sempre” ci sono il mondo del calcio (“Facci un goal”, sull’amore per il calcio del passato, più poetico e sincero di quello moderno), la tifoseria da stadio e gli ultrà (“Mentalità da strada”), la satira politica (“L’onorevole”), l’alienazione del mondo operaio (“In fabbrica”, composta ed eseguita con la partecipazione dei Gang), ma anche storie metropolitane (“Un fiore nel cemento”, parabola di Piero “lo skin”, un amico scomparso del leader oSKAr) e un duro attacco allo strapotere della Fiat a Torino (“Il regno della mole”). E’ proprio per questo motivo, infatti, che gli Statuto hanno deciso di non tenere più concerti nel capoluogo piemontese, per denunciare tale situazione di monopolio. In “Torno a cantare” invece, viene raccontata la drammatica esperienza di oSKAr, che per motivi psicosomatici - seguiti alla morte del padre - cinque anni fa aveva perso per quasi due anni l’uso della voce, sia per parlare che per cantare.
Tra le novità, il ricorso ad una sezione archi per alcuni arrangiamenti, che rende il sound più corposo e per fortuna non eccessivamente enfatico, e – per la prima volta nel repertorio della band – una ballata dai toni romantici e sentimentali (proprio la title-track).

Ben quattro i brani stranieri riadattati in italiano dalla band: “Un fiore nel cemento (Johnny the horse)” di C. Smith, “Sempre (Brandy)” di J. Jefferson e C. Simmons, “Sali su’ (Cracking up over you)” di Roy Hamilton e “Una piccola formalità (That’s my girl)” di Dee Clark.

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