Destiny's Child - DESTINY FULFILLED - la recensione

Recensione del 05 dic 2004 a cura di Lisa Molinari

Può un gruppo tornare insieme dopo che la solista ha vinto ben cinque Grammy Awards, è diventata richiestissima attrice, testimonial di una miriade di cosmetici e una delle donne più desiderate d’America? Per le Destiny’s Child la risposta pare affermativa e il risultato è Destiny fulfilled, il sesto album nella loro carriera costellata di successi. Una collezione di brani interamente prodotti da Beyoncé Knowles, la superdiva nera che assieme alle colleghe Kelly Rowland e Michelle Williams è tornata a cantare in sala discografica. E che dichiara: “E’ gratificante fare delle cose singolarmente, ma ritrovarsi insieme è decisamente bello”.

La sensazione di chi ascolta l’album di ri-unione delle Destiny’s Child è esattamente quella di trovarsi nel bel mezzo di un ritrovo di amiche, tra confidenze, sospiri e aspirazioni, esternate sotto forma di brani Soul, R&B e perfino Gospel, il tutto valorizzato dalle grandi capacità vocali di Beyoncé con il giusto complemento delle colleghe. Il paragone con le Supremes di Diana Ross è costantemente dietro l’angolo per le Destiny’s, che giocano a ricreare atmosfere seventies in “Is she the reason” e mostrano una sensualità delicata in “T-shirt” o “Cater 2 u”. Ma non fatevi trarre in inganno: a sottolineare tutta la loro contemporaneità ci sono “Soldier”, un brano influenzato dalle più recenti tendenze Hip Hop in stile South USA (grazie al featuring di Lil Wayne e T.I.), e il primo singolo estratto, “Lose my breath” con un ritmo tanto serrato da far ballare chiunque (merito dello storico produttore del gruppo, Rodney Jerkins).
Nell’insieme il trio torna quindi a mostrare alte capacità tecniche e una professionalità ormai indiscutibile, anche se a scapito della spontaneità dei primi album. Pur trovandoci di fronte a un prodotto di alta qualità, sembra infatti che l’immagine di donne forti e indipendenti - tra i motivi dominanti delle precedenti produzioni firmate Destiny’s Child - sia stata accantonata a favore dell’ideale più classico di compagne devote e vulnerabili: una tendenza che può incontrare il favore delle masse ma che rischia di annebbiare l’identità del gruppo. Guarda a caso giocando a favore dell’immagine di Black Barbie, sulla quale Beyoncé ha costruito gran parte della sua carriera solista.


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