Tori Amos - FROM THE CHOIRGIRL HOTEL - la recensione

Recensione del 06 mag 1998

Cosa sognerà la notte, Tori Amos? Quali creature popoleranno la sua mente, quali strani mondi fatti di alghe e sete preziose, di maialini e vetri infranti, di luci smeraldine e di carne rosea appiccicata al vetro di una fotocopiatrice le affioreranno nell’anima? Chi si aspetta un album semplice, dopo le acrobazie di BOYS FOR PELE, rischia di rimanere deluso: le canzoni da canticchiare, su CHOIRGIRL... sono poche, tanto che ormai è persino limitante vivere la Tori Amos Experience fermandosi a contare le future hits. Piuttosto, chi sceglie Tori Amos oggi sceglie un mood, uno stato d’animo che a tratti preferirebbe magari più giocoso, quantomeno più variegato, e che invece finisce per scorrere via come un fluire di acqua di stagno, come una melma di emozioni, umori, capacità e melodie da nursery. E’ una voce quasi puberale, è una musica quasi puberale, quella che vi aspetta negli appartamenti della corista, torbida eppure non stantìa, urticante eppure piacevole. Non sarà capace di far esplodere il cristallo dei bicchieri a distanza, ma di sicuro vi lascia dei bei segni, dentro...

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