Cardigans - GRAN TURISMO - la recensione

Recensione del 13 nov 1998

Decisamente avevamo un ricordo più scanzonato degli svedesi Cardigans, dei quali fino a poco tempo fa le nostre radio diffondevano volentieri il pop leggero e canticchiabile di "Lovefool". Da quelle deliziose note, che accompagnavano le palpitazioni di "Romeo" Di Caprio nel film che lo ha consacrato, devono aver fatto "Gran turismo" in posti tristissimi: se vi siete fatti conquistare dal singolo "My favourite game" e dal suo ritmo spedito, è bene che sappiate che l'album nel suo complesso è permeato di atmosfere sognanti, rarefatte e malinconiche. Molto malinconiche. Forse persino troppo malinconiche. Ma è un disco sorprendente e bello, il migliore del quintetto. Tanta delicata tristezza scandinava è persino difficile da affrontare tutta d’un fiato, abituati come siamo a un pop da fast-food, da consumare e assimilare rapidamente. Completano il quadro di questa operina degna di ammirazione i testi di Nina Persson, di una elegante e soffusa rassegnazione ("Pensi davvero che l’amore possa salvare il mondo?/ Beh, io non ci credo/ Semplicemente, non penso che sia possibile/ Pensi davvero che l’amore possa salvare la tua anima? Beh, io lo spero/ Davvero, sinceramente, lo spero/ Ma non penso che sia possibile" - da "Do you believe").


Tracklist:

Paralyzed
Erase/rewind
Explode
Starter
Hanging around
Higher
Marvel Hill
My favourite game
Do you believe
Junk of the hearts
Nil

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