Niente male: se conoscete Madame Vanoni e l’apprezzate, e se parimenti apprezzate Messieur Bacharach, questo disco vi farà impazzire. Ora, la probabilità che entrambe le condizioni si verifichino non è altissima, ma nemmeno così bassa: qualcuno ha già paragonato i Navigli dell’Ornellina alla Grande Mela di Big Burt, e se facciamo due più due possiamo pensare che questo disco non farà fatica a trovare i suoi fan.
Una cosa soprattutto non si può negare: è un lavoro rilassante, solare, poco intrusivo, morbido, caldo. A meno che non odiate il genere, “Sogni proibiti” non dovrebbe darvi nessun fastidio. La Vanoni in effetti riesce a regalare la sua personalità (e il suo timbro vocale) a canzoni che pensavamo fossero condannate a una tradizionalissima interpretazione standard, più adatta a riempire le brevi memorie dei telefoni cellulari che i dischi. E la traduzione di Sergio Bardotti, che ha lavorato sui testi con impegno e precisione, aggiunge credibilità al progetto. L’unico brano in inglese è anche l’unico inedito: s’intitola romanticamente “Love’s (still) the answer” e Bacharach l’ha scritto e arrangiato apposta per la Vanoni (suona persino con lei). Sentirla cantare in una lingua che non è la sua con pronuncia disinvolta, quasi distratta aggiunge un tocco in più all’album: di umanità soprattutto, il che non guasta.