Tricky - ANGELS WITH DIRTY FACES - la recensione

Recensione del 17 giu 1998

Un disco splendido, un messaggio che parla un nuovo "lingo", a suo agio ove la notte faccia suoi i contorni del giorno, dove ciò che è sotto affiori prepotente e schiacci ciò che è sopra. Gli angeli con le facce sporche di Tricky amano questi suoni, fatti di ritmi ossessivi, chitarre furenti e voci che sono urla prima ancora che parole o canti. Detto così ti aspetti qualcosa di infernale, ma se lo prendi per il verso giusto, ti accorgi che quello che vedi è solamente un altro mondo, che durante il giorno respira piano, frantumato tra università, negozi d’abbigliamento e laboratori d’arte: la sera, complice il club, quello stesso mondo si aggrega, si ritrova, e sceglie di celebrarsi, di festeggiare. Cosa, non si sa, forse il solo fatto di essere ancora lì: non è poco dopotutto, quando generazioni precedenti non potrebbero dire la stessa cosa. Il viaggio di Tricky continua disturbante e indisturbato, il DJ ci porta dove vuole stasera, moscio o tirato dipende solo da lui. Certo, in "Angels..." ogni tanto si affoga, si cerca disperatamente un singolo e non lo si trova, e alla fine ci si rassegna. Lui è Tricky, questo è il suo mondo: perché barattarlo con un hit? La vita vera, del resto, scandisce altri tempi, fatti di notte dopo notte, notte dopo notte, Tricky, notte, Tricky....and on and on and on...

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