(Paolo Giovanazzi)
Negli anni ‘80 Julian Cope non esitava a dichiarare di non progredire
musicalmente e di essere orgoglioso di non farlo. Anzi, non capiva per quale
motivo i musicisti rock fossero ossessionati dal progresso. “Miodio” quarto
album dei Prozac+ fa tornare in mente quelle dichiarazioni. Beninteso, non è
un difetto. Il gruppo resta sostanzialmente fedele a se stesso e non è
difficile prevedere che arriverà qualche critica perché non si vedono novità
all’orizzonte. Ci sono aggiustamenti di tiro, una maggiore padronanza dei
suoni, ma lo stile di scrittura di Gian Maria Accusani è riconoscibilissimo,
e così pure le sue storie di confusione e cattiveria post-adolescenziale,
raccontate attraverso frasi secche, senza ghirigori da aspirante letterato.
Ricompare anche il marchio di fabbrica più vistoso del gruppo, cioè la
ripetizione della vocale alla fine della frase. Il titolo stesso rientra in
canoni collaudati, sia che scegliate la variante da zia (“Mio Dio”), sia che
optiate per quella alla Kurt Cobain (“Mi odio”). Ma chiamiamo il vecchio
Cope come avvocato difensore: dove sta scritto che un musicista deve per
forza fare rivoluzioni stilistiche a ogni uscita? Continuare a lavorare di
lima su un’idea fondamentale è comunque un approccio rispettabile, quando
non diventa una semplice ripetizione di una formula a puro uso mercantile. E
i Prozac+ non sono un’invenzione in provetta di qualche discografico che ha
trovato il prodotto commerciale perfetto. E’ vero che hanno fatto irruzione
nelle classifiche con “Acidoacida”, ma hanno anche rischiato di affondare
insieme all’etichetta che li aveva sotto contratto ai tempi dell’esordio.
Possiamo aggiungere che si sono giocati una parte dei sostenitori iniziali,
poco propensi a tollerare eccessivi risultati di vendite. “Miodio” è l’album
di un gruppo che tira dritto imperterrito. Non tutto fila liscio e ci sono
pezzi che passano senza lasciare traccia, ma canzoni come “Criminale”, “Sto
male”, “Lori”, “Mio padre” e la cover di “Tainted Love” sono tutte
potenziali singoli, le melodie di Accusani continuano ad avere il pregio di
farsi ricordare dopo il primo ascolto e la voce di Eva resta una delle più
accattivanti in circolazione. Se cercate un disco che ribalti i canoni del
rock e della canzone italiana, dirigetevi altrove.
(Paolo Giovanazzi)
(Paolo Giovanazzi)
Tracklist
01. Criminale
02. Agente speciale
03. Forse domani
04. Il mondo di Piera
05. Pablo
06. Hey dottore
07. Sto male
08. Grigio veleno
09. Tainted love
10. Lola
11. Lori
12. Mio padre
13. Toccati
14. Un minuto per sempre