Prozac+ - MIODIO - la recensione

Recensione del 14 mar 2002

Negli anni ‘80 Julian Cope non esitava a dichiarare di non progredire musicalmente e di essere orgoglioso di non farlo. Anzi, non capiva per quale motivo i musicisti rock fossero ossessionati dal progresso. “Miodio” quarto album dei Prozac+ fa tornare in mente quelle dichiarazioni. Beninteso, non è un difetto. Il gruppo resta sostanzialmente fedele a se stesso e non è difficile prevedere che arriverà qualche critica perché non si vedono novità all’orizzonte. Ci sono aggiustamenti di tiro, una maggiore padronanza dei suoni, ma lo stile di scrittura di Gian Maria Accusani è riconoscibilissimo, e così pure le sue storie di confusione e cattiveria post-adolescenziale, raccontate attraverso frasi secche, senza ghirigori da aspirante letterato. Ricompare anche il marchio di fabbrica più vistoso del gruppo, cioè la ripetizione della vocale alla fine della frase. Il titolo stesso rientra in canoni collaudati, sia che scegliate la variante da zia (“Mio Dio”), sia che optiate per quella alla Kurt Cobain (“Mi odio”). Ma chiamiamo il vecchio Cope come avvocato difensore: dove sta scritto che un musicista deve per forza fare rivoluzioni stilistiche a ogni uscita? Continuare a lavorare di lima su un’idea fondamentale è comunque un approccio rispettabile, quando non diventa una semplice ripetizione di una formula a puro uso mercantile. E i Prozac+ non sono un’invenzione in provetta di qualche discografico che ha trovato il prodotto commerciale perfetto. E’ vero che hanno fatto irruzione nelle classifiche con “Acidoacida”, ma hanno anche rischiato di affondare insieme all’etichetta che li aveva sotto contratto ai tempi dell’esordio. Possiamo aggiungere che si sono giocati una parte dei sostenitori iniziali, poco propensi a tollerare eccessivi risultati di vendite. “Miodio” è l’album di un gruppo che tira dritto imperterrito. Non tutto fila liscio e ci sono pezzi che passano senza lasciare traccia, ma canzoni come “Criminale”, “Sto male”, “Lori”, “Mio padre” e la cover di “Tainted Love” sono tutte potenziali singoli, le melodie di Accusani continuano ad avere il pregio di farsi ricordare dopo il primo ascolto e la voce di Eva resta una delle più accattivanti in circolazione. Se cercate un disco che ribalti i canoni del rock e della canzone italiana, dirigetevi altrove.


(Paolo Giovanazzi)

Tracklist

01. Criminale
02. Agente speciale
03. Forse domani
04. Il mondo di Piera
05. Pablo
06. Hey dottore
07. Sto male
08. Grigio veleno
09. Tainted love
10. Lola
11. Lori
12. Mio padre
13. Toccati
14. Un minuto per sempre

Vai alle recensioni di Rockol

rockol.it

Rockol.com s.r.l. - P.IVA: 12954150152
© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Privacy policy

Rock Online Italia è una testata registrata presso il Tribunale di Milano: Aut. n° 33 del 22 gennaio 1996