Epico e dark, il rock dei Mission mostra i muscoli e l’anima, dimostrando che il tempo e l’avvicendarsi dei trend musicali non sono riusciti a scalfire né gli uni né l’altra. “Shine like the stars” è pregna di malinconia ed elegante nel suo vestito di velluto blu notte; “(Slave to) Lust” ha invece un passo marziale e tradisce influenze mediorientali. Lo stile anni ’80 caratterizza “Lay your hands on me” e si fonde con il progressive in voga nel decennio precedente all’interno del medley “Trophy/It never rains”. “Dragonfly” è la canzone del disco più vicina alla dimensione pop, mentre “Burlesque” è quasi bluesata, un incontro fra Nick Cave, i Cure e Screamin’ Jay Hawkins.
La “Missione dei Mission” è quella di tenere alto il vessillo del movimento dark nel nuovo millennio; Wayne Hussey e soci hanno preso il ruolo sul serio. Le atmosfere gotiche, per i Mission non sono comunque un’ossessione e la band mantiene quell’apertura che la porta spesso ad eseguire dal vivo cover di colleghi come Neil Young, Beatles, Free o Patti Smith, in omaggio alla migliore tradizione rock. Anche per questo, un pubblico più ampio potrà apprezzare buoni dischi come “Aura”, che presumibilmente verrà bene accolto sia dai dark irriducibili che dai più comuni appassionati di rock.
(Diego Ancordi)
“Evangeline”
“Shine like the stars”
“(Slave to) Lust”
“Mesmerised”
“Lay your hands on me”
“Dragonfly”
“Happy”
“To die by your hand”
“Trophy/It never rains”
“The light that pours from you”
“Burleque”
“Cocoon”
“In denial”