Artisti Vari - AMERICA: A TRIBUTE TO HEROES - la recensione

Recensione del 01 dic 2001

E’ possibile parlare male di un progetto come questo? No, non è umanamente possibile. Per una serie di motivi tra di loro differenti.
“America: a tribute to heroes” è stata la prima “uscita” del rock dopo gli attentati dell’11 settembre: organizzato in fretta e furia, ha dato vita dopo appena due settimane ad una trasmissione televisiva che ha assemblato nomi di primissimo piano della musica mondiale, non solo statunitense, assieme a notissimi attori. Ora, dopo appena due mesi (il tutto andò in onda il 21 settembre) esce anche il disco, doppio CD che comprende tutte le performance di quella serata. L’importanza dell’evento, destinato a raccogliere fondi per le famiglie degli “eroi” periti in quell’infausto giorno, ha messo d’accordo persino le case discografiche, che per una volta non si sono scannate per la pubblicazione: il disco esce in America per la Interscope/Universal, in Europa per la Sony, mentre la WEA pubblicherà la versione video. Insomma, anche a livello organizzativo, il progetto è ineccepibile.
Pure musicalmente c’è poco da criticare: un inedito di Springsteen (“My city of ruin”, canzone dalle venature soul già presentata nei concerti natalizi del 2000 ma che si è rivelata tragicamente adatta agli avvenimenti attuali), gli U2 fanno un medley tra “Peace on earth” e “Walk on” in compagnia di Dave Stewart, toccanti versioni di “Long road” di Eddie Vedder con Neil Young, di "New York state of mind" di Billy Joel e di "Bridge over troubled water" di Paul Simon. Poi Tom Petty, Sheryl Crow, Stevie Wonder, Sting. Ad essere sinceri, non è tutto rose e fiori: la versione di “Imagine” di Neil Young non è grande come ci si aspetterebbe, alcune presenze, per quanto comprensibili, stonano un po’ con il livello generale: Enrique Iglesias, Mariah Carey. E il finale con "God bless America" (Celine Dion) e "America the beautiful" (Willie Nelson con vari ospiti) è pure troppo patriottico e serioso. Ma questo era il tono della serata, ben diverso da quello più “festaiolo” e di ritorno alla vita del “Concert for New York” organizzato da Paul McCartney e che pure verrà pubblicato in CD la prossima settimana.

Insomma, tutti questi mini-difetti sono, a ben vedere, dettagli di un progetto che non si può davvero criticare, né per il fine, né per (quasi) tutta la musica che ci ha regalato. Sinceramente avremmo preferito che non ci fosse stata l'occasione scatenante di tanta bella musica, ma questo è un altro discorso.

(Gianni Sibilla)

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