Qui si cantano “Solo due parole”, ovvero “la delusione di chi ha speso parte di sé in un amore che poi non era tale”; “Che differenza c’è”, su quanto sia difficile amare senza soffrire; “Come fossi un’isola”, descrizione dell’impresa ardua di conquistare una persona “superando mari e oceani”. E poi ci sono brevi pensieri sul prezzo da pagare per raggiungere il piacere (“Non tentarmi”), consigli a una donna sul “mondo maschio”; si fa il punto su amori finiti (“Ti ricordi perché” e “Se tornerai”); si riflette, infine, sul significato dell’avere accanto una persona (“Volevo solo dirti che” e “Io ho te”).
In poche parole, “9/nov/2001” è un vademecum per imparare ad amare, o – buttasse male - per riuscire ad accettare la fine di un amore. I momenti più convincenti dell’album restano i primi due brani, “Angela” e “Ritorno ad amare”; il resto sono discrete ballate à la Biagio . Lui dal canto suo ormai ha imparato il mestiere, e probabilmente riuscirebbe a sembrare convincente anche se cantasse di liste della spesa: la speranza per il futuro è che, dopo aver confezionato un disco gradevole come questo, riesca a tirar fuori qualche altro pezzo da 90. Perché ascoltandolo gli si possa dire, a buon diritto, “Mi fai stare bene”.
(Paola Maraone)