“L’anfiteatro e la bambina impertinente” è il picco di questo percorso artistico: come Rockol vi ha già raccontato nelle news e in un’intervista con la “Cantantessa”, è stato registrato lo scorso 15 luglio al Teatro Greco di Taormina con un’orchestra di 50 elementi, diretta dal maestro Buonvino, che già aveva collaborato a “Stato di necessità”. Il CD riporta 15 delle 25 canzoni suonate in quella serata, con gli arrangiamenti “sinfonici” già sperimentati in versione “da camera” con un quartetto d’archi nel corso del mezionato tour acustico.
Il risultato è comunque notevole: la Consoli sa scrivere canzoni – non lo si scopre certo oggi- che reggono anche nella nuova veste, e non solo brani come “Parole di burro” o “L’ultimo bacio”, già nati con arrangiamenti di questa natura. Sono notevoli anche quelli trasformati più radicalmente, come “Per niente stanca” –che diventa un bolero- o “Geisha”, o le versioni semiacustiche di “In bianco e nero” e “Confusa e felice”. Tutto il disco ha un sapore “alla Bacharach” che certo va molto di moda negli ultimi tempi, che non è neanche originalissimo (le unioni tra pop, rock e orchestra sono abbondantemente sfruttate da tempo), ma che dà vita ad un risultato decisamente piacevole.
Lascia qualche dubbio la scaletta del CD, soprattutto se esaminata in confronto a quella del relativo DVD: rimangono esclusi dalla versione solo audio brani come “Quello che sento”, "Gamine impertinente" (versione francese di "Bambina impertinente") “Besame giuda” e le cover di “Lady Marmalade” e “Nessuno”. Quest’ultima –quella di non inserire inediti- è una scelta voluta, ma qualche “chicca” sarebbe stata comunque apprezzabile. Si possono anche capire le ragini di questa scelta: fare un CD troppo simile per contenuti al DVD avrebbe ammazzato commercialmente quest'ultimo.
Tornano al lato musicale, al di là di queste “deviazioni” orchestrali, Carmen è e rimane una “rockeuse”, soprattutto per il suo atteggiamento: bambina non più, ma comunque impertinente. Aspettiamo il suo prossimo album per vedere questo lato della sua personalità ritornare in primo piano.
(Gianni Sibilla)