Mao - BLACK MOKETTE - la recensione

Recensione del 23 ott 2001 a cura di Diego Ancordi

Gli anni Novanta erano al giro di boa quando il primo disco di Mao (pubblicato come Maoelarivoluzione) “Sale” impressionò positivamente con quel suo calibrato miscuglio di rock, pop, soul, psichedelia ed elettronica. Il seguente “Casa” mostrava però uno stile diverso (la “rivoluzione” era nel frattempo sparita dalla “ragione sociale”), più vicino alla classica forma canzone, ma il gruppo era ancora presente.

Ora la band non c’è più, il ruolo di produzione che apparteneva a Max Casacci (Subsonica) è stato rilevato da Morgan Castoldi dei Bluvertigo e questo album si pone a metà strada fra le due incisioni precedenti. La formula sperimentata in “Sale” apre il nuovo lavoro con l’introduttiva “L’effetto che fa (una sconfitta in due)”; la dimensione cantautoriale si realizza in “Prima di addormentarmi” (uscita come primo singolo il 15 giugno scorso), “Perfetta” e “Senza zucchero”; quella da DJ nella conclusiva “Numero 01”, elettronica e strumentale. Il rock fa invece capolino in “La sensazione che mi dai” e il pop in “Vorrei parlare come te”.
“Black mokette” è quindi un disco vario e piacevole in cui le storie vengono raccontate con un linguaggio giovanile ma non banale. Un disco relativamente leggero, che scivola via in modo abbastanza fluido. Continuo comunque a ritenere quella di “Sale” la formula sonora più azzeccata da Mao; rispetto a “Casa” questo album le è più vicino e pertanto resto in attesa della prossima evoluzione di un artista che conferma buone capacità e ottime possibilità.
In contemporanea con l’album è stato pubblicato il secondo singolo “Un mondo diverso”.

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