Feeder - ECHO PARK - la recensione
Recensione del
10 lug 2001
"Echo park", ovvero l'album dell'indecisione. Un album che convince, ma fino a un certo punto; un album in cui è ben chiaro come il trio londinese voglia, nel complesso, allontanarsi da quel metal-pop che ha caratterizzato i suoi precedenti lavori. Ma è altrettanto chiaro che non ci riesce. Le canzoni sono pericolosamente simili l'una all'altra, pericolosamente omogenee. Non ci sono grandi rivelazioni qui dentro, anzi: sembra che i ragazzi siano un po' a corto di idee, tant'è che alcuni brani ne ricalcano altri in maniera impressionante (vedi "Buck Rogers" e "Tell all your friends"). Qua e là affiora qualche intuizione non spiacevole: per esempio la succitata "Buck Rogers", dedicata a un antico eroe dei fumetti, è gradevole e coinvolgente, anche se ha un testo tremendo. E la simil-ballata "Piece by piece" sa il fatto suo: il problema è che dura tre minuti e quarantanove quando potrebbe concludersi in poco più di due.
E' come se i Feeder volessero giocare a fare i secondi della classe, anziché i primi. Le loro canzoni, specie se prese singolarmente, sono lavori discreti, a tratti accattivanti. Ma messe l'una accanto all'altra stridono e scivolano in un noioso unicum, anziché formare un lavoro complesso e ricco. Un consiglio per il futuro è senz'altro quello di riprovarci con un po' di grinta in più. Fossimo a scuola, diremmo che i ragazzi sono intelligenti, ma non si impegnano.
(Paola Maraone)