(Gian Paolo Giabini)
Captain Soul - BEAT YOUR CRAZY HEAD AGAINST THE SKY - la recensione
Recensione del 14 mag 2001
Che ad Alan McGee piacciano le sonorità west coast degli anni ‘60 non è più un segreto. Molte delle produzioni targate Poptones degli ultimi mesi rimandano chiaramente a quell’universo sonoro, venato di psichedelia (vedi alla voce Byrds) ma anche di pop (Beach Boys) e country folk elettrico (Crosby Stills Nash & Young; è qui entrano in ballo gli anni ‘70) che ha contraddistinto l’operazione di recupero di album come “Again” di The Millenium o dei contemporanei Outrageous Cherry (“Out there in the dark” era un chiaro tributo alla California psichedelica e byrdsiana). Il disco d’esordio di Captain Soul riconferma questa direzione artistica della Poptones, con una particolarità che rende “Beat your crazy head against the sky” in molti casi più appetibile e interessante di altre pubblicazioni targate Poptones. Se infatti Outrageous Cherry suonavano in qualche modo retrò, Captain Soul suonano brand new retrò. Già, perché se chiari sono alcuni riferimenti al passato statunitense (“T-shirt 69” potrebbe far pensare alle produzioni di Orbison e in molti passaggi si parla un linguaggio che avrebbe potuto appartenere a gente come i Byrds, i Beach Boys o i Lovin’ Spoonful), è anche vero che Captain Soul non rinnegano la loro “inglesità”. Da cui uno scontro continuo tra vecchi suoni (psichedelici, pop) e un bagaglio sonoro più recente, tipicamente “english” e rumoroso. In quasi tutti i brani dell’album infatti viene a galla in modo preponderante la matrice shoegazing della band. Una matrice che riporta alla luce un gruppo come i Ride (ascoltare la bellissima “Coming up for air”), che ci fa pensare a un gruppo di pop altamente elettrificato come i Teenage Fan Club (vedi il dreampop di “There goes my life”) e che a tratti fa avvicinare la band ai passaggi più ipnotici del bellissimo e bistrattato ultimo album degli Oasis. In tutti i casi Captain Soul ci ipnotizzano con la loro versione di new psichedelia. E solo questa è una buona ragione per dar credito alla band e andarsi a comprare il disco.
(Gian Paolo Giabini)
(Gian Paolo Giabini)