Evan and Jaron - EVAN AND JARON - la recensione

I due gemelli più belli del pop tentano la conquista del mondo con “Outerspace”, il brano che apre l’album: un ammiccamento a Robbie Williams e ai suoi incanti vocali, e subito dopo uno slancio verso il rock. Qua e là passaggi a due voci ad impreziosire il tutto, e questo è lo schema che più o meno si ripete per tutto l'album. Nonostante la compattezza dei suoni e l’accuratezza della produzione, viene da dire che Evan and Jaron avrebbero potuto dedicarsi ad altro che non fosse la musica, e che probabilmente non se ne sarebbe sentita la mancanza. Attenzione: il lavoro è fatto bene, il compito eseguito più che diligentemente, e i due identici, fascinosi consanguinei dimostrano di credere seriamente in quello che fanno. Autori dei propri brani, i due suonano folk-pop in giro da quando avevano 19 anni (ora ne hanno 26), e hanno fatto amicizia con Mick Fleetwood, che deve aver insegnato loro due cosine. Forti di tale spinta, e ricchi di famiglia, Evan and Jaron hanno persino fondato un’etichetta discografica personale prima di passare alla Sony. Che li ha messi sotto contratto più per la peculiarità della faccenda che per le qualità musicali del duo: che non fa nulla di male, ma neanche nulla di essenziale.

(Paola Maraone)