(Diego Ancordi)
Faith Hill - BREATHE - la recensione
Recensione del 27 feb 2001
E’ uscito nel 1999, questo disco, ma solo ora arriva in Europa sull’onda del notevole successo ottenuto in patria. Dopo il doppio platino ottenuto da “Faith”, questo quarto album di Faith Hill ha superato negli USA i 5 milioni e mezzo di copie vendute. Inoltre, “Breathe” si è aggiudicato ben tre American Music Awards (Miglior Artista Femminile di genere pop, Miglior Artista Femminile di genere country e Miglior Album Country) e tre grammy su 6 nomination lo scorso 21 Febbraio. A distanza di due anni dalla sua uscita, questo CD ha dunque ancora molto da dire. L’album è aperto da “What’s in it for me”, il brano migliore, rock con organo, violino e steel guitar che porta alla mente lo stile di John Mellencamp. A parte una cover di Bruce Springsteen – la splendida “If I should fall behind”, il CD non aggiunge però altre vette, collocandosi nel filone più commerciale del nuovo country di Nashville. In “Breathe” il country fa infatti da sfondo a varie contaminazioni che vanno dal rock, al gospel, al R&B. Ma ad emergere in maniera preponderante è la matrice pop melodica, che in questo quarto album si fa maggiormente sentire. Un lavoro sostanzialmente autobiografico, questo della bellissima cantante americana, denso di introspezione e spiritualità espressa soprattutto da melodiche ballate, da una dedica ai fan (“Bringing out the Elvis”) e da un duetto con il marito Tim McGraw, altra country star d’oltreoceano (“Let’s make love”).
(Diego Ancordi)
(Diego Ancordi)