Dave Matthews - LIVE AT LUTHER COLLEGE - la recensione

Recensione del 25 feb 1999

Attenzione: non è un live della Dave Matthews Band, ma del solo leader accompagnato per l’occasione dal valente chitarrista Tim Reynolds (presente peraltro nel primo album del gruppo, nel "Live at Red Rocks" e spesso chitarrista aggiunto nei tour della DMB).

E per di più è anche completamente acustico: che succede, allora?
Succede che, semplicemente, Dave Matthews ha deciso di riportare su Cd quello che fa tra un tour e l’altro della sua band, e che faceva ancor prima di darle vita, cioè delle performance acustiche in giro per gli States, un momento dove dare sfogo alla sua anima più cantautorale e diretta.
Se un neo a questo progetto bisogna trovare, è nella eccessiva lunghezza del formato: un doppio Cd, per tutti coloro troppo vecchi che sono nati e cresciuti col caro vinile, equivale a quello che un tempo era un quadruplo album. Per quanto piacevole, a tratti affascinante, un doppio Cd acustico è qualcosa che potrebbe sfiancare più di un fans, figuriamoci un semplice acquirente occasionale.
Per tutti costoro consigliamo gli altri, eccellenti prodotti di quella che oggi è in assoluto la più popolare (e quella che vende più dischi) band d’America; un bello sticker con su scritto è quanto ci sentiremmo di applicare su questo disco.
Parlando di musica, (che è forse ciò che dovrebbe unicamente competerci) non possiamo che apprezzare le qualità di ottimo e maturo cantautore che Dave Matthews sa infondere alla performance, un cantautore di impostazione classica, dote che talvolta nel composito e variegato sound del gruppo ci è sfuggita. E assolutamente non possiamo tralasciare l’ottimo virtuosismo del suo accompagnatore Tim Reynolds che anche nel formato limitato della performance in duo sfoggia quel concetto di "jam music", cioè di improvvisazione totale, caro alla DMB.
Il duo rivisita in parte il repertorio del gruppo madre ("Tripping billies", "Satellites", "Jimi thing", "Crash into me", "What would you say") e accede poi a diversi brani inediti, dove la definizione, in cerca di una possibile etichetta, potrebbe essere quella di ‘folk-space music’, una canzone cioè di impatto folk e tradizionale riletta in chiave jazz ma soprattutto ‘free-form’, cioè libera da ogni convenzione, capace di solo di volare verso le vette dell’improvvisazione.
Impossibile citare tutto il contenuto: ci piace segnalare lo strumentale "Stream", la tenue "Christams song", il continuo cambio di tempi di "Typical situation".
Da segnalare infine che il Cd viene venduto a medio prezzo, poco di più, cioè, di un Cd singolo.

TRACK LIST
"One sweet world"
"# 41"
"Tripping billies"
"Jimi thing"
"Satellite"
"Crash into me"
"Deed is done"
"Lover lay down"
"What would you say"
"Minarets"
"Cry freedom"
"Dancing nancies"
"Typical situation"
"Stream"
"Warehouse"
"Christmas song"
"Seek up"
"Say goodbye"
"Ants marching"
"Little thing"
"Halloween"
"Granny"
"Two step"

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