Chuck E. Weiss - EXTREMELY COOL - la recensione

Recensione del 11 feb 1999

C'è una storia da raccontare prima di mettersi a parlare di questo disco. C'è una storia che ha per protagonista una di quelle classiche figure da leggenda del rock'n'roll dei bassifondi.

Ai più il suo nome non dirà nulla, in effetti questo signore giunge al suo disco dopo ben 18 anni di silenzio, un silenzio impossibile per le ferree leggi del "music biz", quelle dove vieni dimenticato se fra un disco e l'altro fai passare più di due anni, figuratevi 18!
Ai più attenti forse però potrebbe scattare qualcosa, un ricordo lontano di una bellissima canzone di una delle più affascinanti "signore" del rock, quella Ricky Lee Jones che nel lontano 1979, nel suo disco d'esordio, incise un brano che si intitolava "Chuck E.'s in love" e vi scalò pure le classifiche.
Quel "Chuck E." era lui, quel signore che adesso, il fisico un po' squassato da troppe notti a base di whiskey e blues si ripresenta dopo che "The other side of town" nel 1981, era stato il suo unico biglietto da visita discografico.
18 anni passati bevendo del gran whiskey con il suo amicone Tom Waits (che qui compare in veste di co-produttore, autore e alla voce in un paio di brani), parecchie disillusioni d'amore (probabilmente anche con quella Ricky Lee Jones) e suonando tutti i lunedì sera al Viper Room, il locale dell'attore Johnny Depp a Los Angeles.

Oggi Weiss riporta tutto a casa con un disco di blues alcolico, notturno, con tocchi di jazz after hours e tanto sarcasmo: blues scorticati che pagano pegno proprio a Muddy Waters come "Devil with blue suede shoes", serenate d'amore ubriache come la splendida e acustica "It rains on me", rock'n'roll debordanti come "Jimmy would", hard-boiled blues da ultima ora come "Pycmy found", un cenno di cajun da bordello di New Orleans come "Oh marcy" e tante altre piccole gemme lontanissime dai trend elettronici o dal brit pop o da qualunque altra cosa si ascolti oggi.
Musica vera, sincera, fatta col cuore in mano da un sopravvissuto alle notti di Los Angeles, a quelle luci al neon e a quelle chitarre che fanno l'amore con la tristezza e una bottiglia di Jack Daniel.
Bentornato Chuck E., anche se probabilmente oggi non sei più innamorato.
TRACK LIST
"Devil with the blue suede shoes"
"Deeply sorry"

"Oh marcy"
"Pycmy found"
"It rains on me"
"Sunny could lick all them cats"
"Jimmy would"
"Extremely cool"
"Just don't care"
"Roll on Jordan"
"Do you know what I 101 amin"
"Horseface"
"Rocking in the kibbitz room"

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