Perché l'album di Rosalía è un capolavoro: la recensione di "Lux"

Nel vuoto pneumatico del pop mondiale, c'è ancora qualche anima intrepida (ma chi glielo fa fare?).

Recensione del 12 nov 2025 a cura di Mattia Marzi

In un mondo ideale “Lux” bisognerebbe ascoltarlo almeno dieci volte, spalmate nell’arco di dieci giorni, prima di scriverne. Perché il nuovo album di Rosalía non può essere compreso con un paio di veloci ascolti: è un disco troppo complesso, troppo monumentale, troppo ambizioso per come è fatta, purtroppo, la musica oggi, e il mondo più in generale, in cui tutto si consuma - si deve consumare - troppo in fretta. Ma venerdì scorso insieme a “Lux” sono usciti centinaia di di dischi e altrettanti ne usciranno il prossimo venerdì, molti dei quali andranno raccontati e recensiti. E quindi eccoci qui (già) a scriverne.

Un album che sfugge alle definizioni

Ascolti questi 49 minuti di musica e ti chiedi: ma chi gliel’ha fatto fare? Chi gliel’ha fatto fare, a Rosalía, di dedicarsi per tre anni a un progetto discografico, oggi che i dischi si fanno in una settimana? Chi gliel’ha fatto fare di coinvolgere un’orchestra sinfonica di oltre 80 elementi, un coro di voci bianche scovato in un'abbazia benedettina che sorge in mezzo alla cordigliera di Montserrat vicino a Barcellona e una decina di ospiti di assoluto livello (da Björk a Guy-Manuel de Homem-Christo, passando per Charlotte Gainsbourg), ispirandosi per i testi alla mistica femminile e a pensatrici come la monaca tedesca Ildegarda di Bingen (vissuta nel dodicesimo secolo) e la filosofa Simone Weil? La risposta è banale, ma vera: Rosalía è una grande artista e con questo disco, approfittando dello status di popstar conquistato con i numeri di “El mar querer” e “Motomami”, ha deciso di dimostrarlo. Peccato solo non poter restituire con questa recensione la magnificenza di “Lux”, album che sfugge alle definizioni.

"Un'odissea spirituale"

Le grandi testate mondiali nel recensirlo hanno usato espressioni come «un’esperienza», «un’odissea spirituale», «una masterclass di arte»,«una grandiosa cattedrale sonora». I 15 brani che lo compongono sono suddivisi in quattro movimenti, come una sinfonia: «C'è una struttura ben definita in tutto l'album. Avevo le idee chiare: volevo quattro movimenti. Ne volevo uno che si allontanasse maggiormente dalla purezza. Il secondo movimento volevo che desse più l'idea di essere immersi nella gravità, di essere amici del mondo. Il terzo avrebbe dovuto parlare di più della grazia e, si spera, di essere amici di Dio. E alla fine, l'addio, il ritorno». Dopo aver interpretato in “Motomami” una popstar che ostentava la sua sensualità e la sua forza con testi espliciti e provocatori per «fare da contrappeso agli artisti maschili che in molti generi esaltano la misoginia e il loro essere machi», ora Rosalía spiazza tutti. Sulla foto di copertina di “Lux” è vestita come una suora, con tanto di velo a coprire i capelli. Nelle canzoni parla di trascendenza e di elevazione. Lo fa mischiando alto e basso, classica e pop, abbattendo i confini che dividono i generi e anche le culture. Canta in 14 lingue diverse tra cui arabo, inglese, francese, tedesco, ebraico, italiano, siciliano, giapponese, latino, portoghese, ucraino, oltre naturalmente al catalano e allo spagnolo. Non si è limitata a tradurre con Google Translate i suoi versi, ma ha sottoposto i testi a traduttori professionisti e fonetisti.

La canzone in italiano e gli altri passaggi clou

Una canzone è stata scritta e interpretata tutta in italiano ed è “Mio Cristo piange diamanti”. È uno dei passaggi più belli del disco, al limite del soave, tra un canto religioso e un’aria d’opera, con Rosalía che sfoggia le sue doti vocali accompagnata dalle note di un pianoforte (prima) e dagli archi della London Symphony Orchestra (poi). «Sei l’uragano più bello che io abbia mai visto», canta. Il testo sembra uscire fuori da un disco di Battiato: «Imperfetti agenti del caos / ci smontiamo come i miti / mio re dell’anarchia / mio astro imprudente preferito». Viene da commuoversi. Del singolo “Berghainsi è già scritto alla vigilia dell’uscita di “Lux”: racconta di una donna che affronta un lutto e lotta per ricomporre il suo cuore spezzato, trovando conforto e guarigione attraverso la spiritualità (forse un’allusione alla fine della storia con Rauw Alejandro, cantautore e rapper portoricano). «L’unico modo per salvarci è attraverso l’intervento divino / l’unico modo con il quale sarò salvata è attraverso l’intervento divino», canta Björk nel brano, nel quale compare anche il coro di voci bianche Escolania de Montserrat. Il Berghain che dà il titolo alla canzone è un famoso club techno di Berlino, ospitato all’interno di un’ex centrale elettrica: è uno dei club underground più importanti al mondo, considerato un ambiente mistico, ermetico e quasi religioso all'interno della cultura elettronica. Nel contesto di “Lux”, “Berghain” sembra funzionare come un punto di incontro tra il divino e il profano: un luogo in cui la musica si trasforma in rito. “La perla” è un altro snodo cruciale del disco: è un brano che sembra uscire fuori dalla colonna sonora di un film d’animazione Disney, “La Sirenetta” e dintorni, impreziosito dalle parti strumentali suonate da Yahritza y su Esencia, gruppo specializzato in musica popolare messicana. Con “La rumba del perdón”, incisa insieme alle dive della musica spagnola Estrella Morente e Silvia Pérez Cruz, Rosalía torna a casa, prima di cimentarsi insieme alla portoghese Carminho nel fado di “Memória”.

Una dea del pop

«Yo que vengo de las estrellas / hoy me convierto en polvo / pa’ volver con ellas», «Io che vengo dalle stelle / oggi mi trasformo in polvere / per tornare a loro», canta Rosalía negli ultimi versi di “Magnolias”, il brano che chiude “Lux”, e che raccontano gli ultimi istanti prima della sua definitiva trascendenza, della sua trasformazione in dea del pop. «Il ritmo dell’industria musicale è molto veloce e il sacrificio, il prezzo da pagare, è molto alto. La forza motrice che ti spinge a continuare a fare musica, a continuare a creare, deve provenire da un luogo di purezza. Motivazioni come il denaro, il piacere, il potere, non le ritengo fertili. Non ne uscirà nulla che mi interessi veramente. Sono argomenti che non mi ispirano», spiega lei. “Lux” è un capolavoro la cui grandezza si svelerà ancor di più nel corso del tempo. 

Tracklist

01. Sexo, Violencia y Llantas (02:20)
02. Reliquia (03:50)
03. Divinize (04:03)
04. Porcelana (04:08)
05. Mio Cristo Piange Diamanti (04:29)
06. Berghain (02:58)
07. La Perla (03:15)
08. Mundo Nuevo (02:20)
09. De Madrugá (01:44)
10. Dios Es Un Stalker (02:10)
11. La Yugular (04:18)
12. Sauvignon Blanc (02:42)
13. La Rumba Del Perdón (04:11)
14. Memória (03:45)
15. Magnolias (03:14)

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