Alle 8.30 di un giovedì sera, un orario insolito per un’uscita discografica, Charlie Charles ha pubblicato “La Bella Confusione”, il suo primo producer album. Un dettaglio tutt’altro che casuale: l’ora rimanda a “8½” di Federico Fellini, omaggio esplicito a uno dei film più emblematici sullo smarrimento creativo. Come il regista riminese, anche Charlie si muove dentro la propria “bella confusione”, in un momento in cui sembra voler riscrivere il suo linguaggio musicale. Considerato, a ragione, uno dei pionieri della trap italiana, il produttore sorprende scegliendo la strada opposta a quella che l’ha reso famoso. Invece di replicare le formule che hanno definito un genere, abbraccia il minimalismo: il pianoforte sostituisce le 808, il silenzio e l’ascolto diventano parte integrante del suono.
“La Bella Confusione” è un disco costruito per sottrazione, dove l’emozione si manifesta negli spazi più ampi, non in quelli più serrati. Ciò che rende l’album godibile è la sua capacità di dare un suono preciso a ciascuno dei protagonisti. Che si tratti di Blanco, Mahmood, Madame, Ernia, nayt, Elisa, Bresh o Sfera Ebbasta - quest’ultimo alle prese con un testo banale scritto in parte da Geolier - ogni artista trova qui un ambiente sonoro coerente con la propria identità. La fisarmonica a bocca che solca la traccia di Bresh, per esempio, è un bel colpo di scena. Charlie Charles, che cerca di elevarsi tra citazioni di Ennio Flaiano e riferimenti cantautorali, lavora ancora una volta come un regista del suono: parte dal pianoforte, punto di origine e filo conduttore del disco, e da lì costruisce universi sonori, aggiungendo strumenti e sfumature in base alla voce che ha di fronte. Un approccio che ricorda, per sensibilità e struttura, anche l’uso del pianoforte nell’ultimo album di Ernia, “Per soldi e per amore”, ma qui in alcuni momenti portato all’estremo del minimalismo. Tutti gli autori dei testi si confessano, raccontando ferite e momenti bui, dando quindi un tono dark al progetto e portando l’ascoltatore dentro una storia, che è quella di un regista-produttore alla ricerca di una precisa identità. Tra i pezzi più riusciti spicca il brano con Massimo Pericolo, “Superstite”: un equilibrio raro tra vulnerabilità e durezza, tra confessione e disincanto.
Nel 2016, la trap italiana divideva. Oggi, Charlie Charles torna a dividere in un altro modo, mettendo in discussione se stesso e il proprio ruolo come si evince in “Paolo”, il dialogo con il sé bambino. In questo progetto, il produttore non si preoccupa di dover piacere agli altri, vuole fare la musica che lo fa stare bene. “La Bella Confusione” è un disco naturalmente divisivo, come si evince da molti commenti sui social, perché strano, diverso, ma con belle canzoni, che si fanno ascoltare con piacere. Manca il colpo finale, l’atto di rivolta definitivo: non è, ovviamente, un ritorno alla trap, ma neppure il tentativo di una vera e totalmente coraggiosa re-definizione della musica pop di oggi. È la testimonianza di un artista che, dopo aver contribuito a definire un’epoca, sceglie di mettersi in gioco e di cambiare. Il risultato è un album imperfetto, fragile, ma autentico, lavorato e scritto bene.
TRACKLIST
La bella confusione (ft. Ernia & Madame)
Paura (ft. Mahmood)
Attacchi di panico (ft. Blanco)
Superstite (ft. Massimo Pericolo)
Pericolo (ft. Bresh)
Una volta in più (ft. Sfera Ebbasta)
Autoritratto (ft. Nayt)
Paolo
Ti chiamerò amore (ft. Elisa & Madame)
Grazie