Non è certo il tipo da fermarsi a guardare indietro, Richard Ashcroft. Nonostante i suoi iconici passi nella Cool Britannia di fine anni Novanta, il musicista inglese ha sempre cercato, da perfetto orgoglioso qual è, di seguire un proprio percorso, evitando il più possibile le etichette. Con il nuovo “Lovin’ You” afferma con una dichiarazione d’affetto - verso sé stesso e verso il suo pubblico - questa personale traiettoria, mettendo al centro della sua poetica soprattutto voce e sentimenti. L'album, originariamente previsto per ieri 3 ottobre, è stato spostato alla prossima settimana. Lo abbiamo ascoltato in anteprima.
Dagli Oasis all'album
Il cantautore originario di Wigan ha passato l’estate come supporter del tour di reunion degli Oasis, trovando (o ritrovando) un pubblico entusiasta, con i video degli stadi che cantavano in coro "Bittersweet simphony" diventati virali sui social. E, all’ottavo album da solista, porta avanti il suo linguaggio da crooner navigato per dichiarare amore, disperazione e necessaria redenzione. Nelle dieci tracce del disco si alternano così episodi di vita, frammenti di esperienze e confessioni personali, ma anche la volontà di rinnovarsi, a suo modo, attraverso soluzioni meno prevedibili. Scritto e registrato dal suo stesso Ashcroft - in veste di coproduttore, accanto a Chris Porter e Emre Ramazanoglu - il disco intreccia chitarra e arrangiamenti essenziali con loop, beat elettronici e inserti sintetici, inserendo accenti più moderni in uno stile ormai ben riconoscibile.
La bussola dei sentimenti
Il cuore pulsante di “Lovin’ You” resta comunque l’ugola carismatica di Richard. Non è più la garra giovanile che aveva portato “Urban Hymns” in cima alle classifiche, ma un timbro vissuto, denso di pathos e a tratti baritonale, che si porta con sé lo scorrere inevitabile del tempo e dona un ulteriore tocco di drammaticità alle canzoni. Con archi e una ritmica decisa, nella grintosa “Heavy news” canta di resistenza ai colpi sotto la cintura che la vita può riservare, mentre in “Oh l’amour” ammette “Everyone needs someone to hold”, lasciando emergere una rinnovata profondità emotiva espressa attraverso toni più caldi e intimisti.
Sul piano lirico, Ashcroft sceglie un registro diretto e confidenziale. Amore e relazioni sono il tema centrale dell’intero lavoro, raccontati con una semplicità e un’immediatezza fuori dal tempo. In questo solco, trovano spazio le ballate ad ampio respiro, quali “Out of these blues”, “Fly to the sun” o “Live with hope” che, tra venature di americana e di gospel, mettono in primo piano stati d'animo luminosi e insieme carichi di disincanto, che da sempre sembrano accompagnarlo. Ancora, negli oltre cinque minuti della meditativa “Find another reason” emergono echi di psichedelia che riportano a vecchie suggestioni dei Verve più visionari, mentre nella title track “Lovin’ you”, fa suo - come già fatto in passato con gli Stones per la celeberrima “Bitterweet symphony” - il riff del 1968 di “Classical gas” di Mason Williams, accreditato come coautore. Un incidere quasi urban e cinematografico per una traccia che richiama amore e speranze in cui ogni parola sembra possedere grande saggezza.
Non mancano poi i tentativi di spostare gli equilibri, come nei sintetizzatori di “I’m a rebel” in cui si affronta con una certa fierezza uno status di ribelle impenitente o nel singolo “Lover” che cerca un punto d’incontro tra pop immediato e pulsazioni elettroniche. Ne deriva un’ibridazione elettro pop dai toni e vagamente kitsch, ma che segnala la volontà di provare nuove direzioni senza troppe remore.
Passo lento e costante
In questo modo, tra alti e bassi, “Lovin’ You” vive di oscillazioni, tra interpretazioni intense e assenza di vere e proprie hit, come tra orgoglio e dolcezza, ricerca e classicità. Pur con qualche incertezza, riesce però a trasmettere l’immagine di un artista sempre in movimento e mai accomodante. Richard Ashcroft come al solito se ne infischia altamente delle mode, scegliendo piuttosto di continuare dritto per la sua strada. Non una corsa, ma un passo lento e costante. E, al solito, ostinato.